”Più si tagliano i diritti più si riduce l’identificazione del dipendente con l’azienda. E con essa la flessibilità e la creatività che servono per prosperare”. E’ l’analisi del sociologo tedesco Ulrich Beck, in un’intervista alla Repubblica, nella quale commenta la situazione italiana della Fiat. Beck si riferisce, in particolare, ai lavori ad alta qualificazione, ”quelli su cui possiamo ancora essere competitivi”.
Il sociologo ipotizza ”in un mondo policentrico” la possibilità di creare ”nuove alleanze tra lavoratori e consumatori, tra Stati, riorganizzando la Ue”.
”Ciò che manca in questo dibattito – aggiunge Beck – è una sinistra non nostalgica del vecchio ‘welfare state’ nazionale ma aperta a diventare la controparte dell’attuale capitale transnazionale”.
All’Unione Europea, poi, Beck imputa la responsabilità di occuparsi solo del mercato. ”Se iniziasse a pensare a come garantire una sicurezza sociale ai lavoratori degli stati membri – conclude – la sua reputazione ne gioverebbe”.
