TORINO – Fiat, l’utile del primo trimestre 2013 cala da 262 a 31 milioni di euro ma riduce le perdite in Europa del 25%, confermando i target indicati per l’anno in corso. Frena anche Chrysler.
”Trimestre non spettacolare per l’azienda americana, ce lo aspettavamo anche se speravamo che fosse un po’ meglio”, commenta l’amministratore delegato Sergio Marchionne, fiducioso in un accordo con il fondo Veba che ha ancora il 41,5% della casa di Detroit.
A Piazza Affari il titolo ha un andamento altalenante: alla fine lascia sul terreno l’1,19% e chiude a 4,63 euro. Da Detroit, dove si riunisce il cda per esaminare i conti del primo trimestre, Marchionne ribadisce che Fiat e Chrysler ”saranno un’unica società”, che se non verrà trovata una soluzione ragionevole si andrà avanti con l’Ipo e che la liquidità detenuta dalla casa torinese è sufficiente per raggiungere questo obiettivo. ”L’ultima volta che ho controllato il conto c’erano i soldi”, dice Marchionne che alla fine del trimestre ha a disposizione oltre 21 miliardi di euro.
Quanto alla quotazione della nuova società che nascerà dalla fusione, il manager non nasconde le sua preferenza: New York, ribadisce, ”è il mercato dei capitali più efficiente sul quale posso operare. Questa sarebbe la mia preferenza”.
Chrysler, che comunque continua a trainare i conti del Lingotto, chiude il trimestre con un utile netto in calo a 166 milioni di dollari a fronte dei 473 milioni dello stesso periodo del 2012, con ricavi giù da 16,4 a 15,4 miliardi. Le vendite a livello mondiale sono aumentate dell’8% e la quota della casa di Detroit è salita dall’11,2% all’11,4%.
Le stime dell’anno sono confermate sia per la casa americana (consegne globali per 2,6-2,7 milioni, ricavi per 72-75 miliardi di dollari e un utile netto di 2,2 miliardi di dollari) sia per il gruppo di Torino: consegne tra 4,3 2 4,5 milioni, ricavi tra 88 e 92 miliardi di euro, utile della gestione ordinaria tra 4 e 4,5 miliardi, utile netto tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro, indebitamento netto industriale di circa 7 miliardi di euro.
In lieve calo il fatturato del gruppo nel trimestre a 19,8 miliardi ma in linea a parità di cambi, sale a 7,1 miliardi l’indebitamento netto industriale. ”Restiamo sulla strada giusta per centrare i nostri obiettivi, anche se i risultati del primo trimestre sono stati influenzati da un aggressivo piano di lancio prodotti”, afferma Marchionne che parla di un 2013 ”pieno di sfide” ma è fiducioso in ”un buon livello di successo grazie ai prodotti offerti e al miglioramento della rete di vendita”.
Continua, intanto, nello stabilimento di Pomigliano d’Arco la protesta dei cassaintegrati e licenziati dello stabilimento Fiat. ”La crisi c’è, ma qui siamo di fronte a una carenza di piano industriale e di investimenti seri”, osserva il leader della Fiom Maurizio Landini, che annuncia una mobilitazione generale dei lavoratori di tutto il gruppo Fiat e dell’indotto per chiedere un tavolo di concertazione al nuovo governo.