Fincantieri acquista STX Europe: il gruppo raddoppia le dimensioni

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MILANO – Fincantieri ha firmato un accordo per l’acquisizione da STX Europe del 50,75% di STX OSV, societè quotata alla Borsa di Singapore, leader mondiale nella costruzione di mezzi di supporto alle attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale (Offshore Support Vessel).

Con 21 cantieri in 3 diversi continenti, quasi 20mila dipendenti e ricavi per 4 miliardi di euro, il gruppo raddoppia le sue dimensioni. Fincantieri diventa uno dei primi cinque costruttori navali di riferimento su scala mondiale e unico produttore occidentale, anche per diversificazione, in grado di confrontarsi con i giganti asiatici.

Rispetto ai primi 4 produttori, tutti coreani, il Gruppo Fincantieri si caratterizza per una posizione di leadership in tutti i settori navali high tech, arricchendo il proprio portafoglio prodotti attraverso l’ingresso nel settore dell’offshore oil&gas. I termini dell’accordo sono stati approvati dai Consigli di Amministrazione di Fincantieri e di STX Europe. L’operazione prevede che Fincantieri, attraverso la propria società controllata Fincantieri Oil & Gas Spa, acquisisca il 50,75% di STX OSV ad un prezzo di SGD 1,22 per azione, pari ad un controvalore di circa 455 milioni di euro (circa 730 milioni SGD).

Il prezzo di offerta corrisponde ad uno sconto del 12,9% e del 17,5% rispetto al prezzo di chiusura al 20 dicembre pari a SGD 1,40 per azione e alla media ponderata degli ultimi 3 mesi pari a SGD 1,48 per azione. Il closing dell’acquisizione avverrà entro il primo quadrimestre 2013 al verificarsi di alcune condizioni sospensive. Solo allora, Fincantieri Oil & Gas S.p.A. promuoverà, in linea con i termini previsti dal regolamento della Borsa di Singapore, un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle rimanenti azioni.

Il valore totale dell’operazione, includendo sia l’acquisizione del 50,75% che l’offerta pubblica di acquisto obbligatoria, sara’ pari a circa 900 milioni di euro (circa 1.450 milioni SGD) e verra’ finanziata prevalentemente tramite l’utilizzo di risorse interne di Fincantieri e facendo ricorso ad un finanziamento bancario concesso da un pool composto da Banca IMI, BNP Paribas (filiale italiana), Carige e Unicredit. L’operazione di finanziamento vedrà inoltre la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti nel ruolo di finanziatore garantita da SACE.

STX OSV conta circa 9.200 dipendenti e 10 cantieri in tutto il mondo (5 in Norvegia, 2 in Romania, 1 in Vietnam e 1 in Brasile e un altro in corso di costruzione nello stesso paese). Nell’ultimo triennio ha generato mediamente ricavi pari a circa Euro 1,6 miliardi, EBITDA per circa Euro 190 milioni e al terzo trimestre 2012 vantava un carico di lavoro pari a Euro 2,1 miliardi. L’operazione segna l’ingresso di Fincantieri in un segmento di mercato complementare rispetto a quelli fino a oggi presidiati e, attraverso lo sviluppo di sinergie con i business in cui gia’ opera, consentira’ un incremento dei volumi produttivi i cui benefici avranno un impatto positivo non solo sull’occupazione dell’intero gruppo, ma anche sull’intero sistema produttivo italiano. ”Da oggi comincia una nuova era per Fincantieri” ha dichiarato l’Ad di Fincantieri Giuseppe Bono. ”Infatti l’acquisizione di STX OSV migliorera’ ulteriormente la nostra posizione di competitor internazionale di primo livello e rafforzerà l’impegno di Fincantieri nel perseguire una strategia di sviluppo e diversificazione per mantenere la competitivita’ nel lungo periodo, permettendo di generare importanti ricadute positive sui nostri asset italiani”.

Bono ha poi concluso: ”Sono certo che questo sia il percorso giusto per ottimizzare la nostra posizione di leadership globale nella cantieristica ad alto valore aggiunto e per affermarci come campioni del mondo occidentale. E’ motivo di orgoglio per tutti i dipendenti e collaboratori di Fincantieri che una delle più antiche e nobili industrie nella storia sia un fattore strategico di sviluppo per l’Italia e crediamo anche motivo di fiducia nella capacità della nostra economia di guardare con più ottimismo al futuro”.

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Lorenzo Briotti