ROMA – Finmeccanica diventa Leonardo. L’assemblea dei soci ha dato l’ok definitivo al nuovo nome, che diventerà effettivo dal primo gennaio 2017, sostituendo quello che per 68 anni ha accompagnato la holding nata come costola dell’Iri. Un cambiamento che vuole essere il “segno tangibile della discontinuità”, ha detto l’a.d. Mauro Moretti, che un primo passo l’aveva fatto già con la trasformazione del Gruppo in ‘One Company’ dal gennaio scorso.
“Da un anno Finmeccanica è cambiata parecchio”, ha spiegato Moretti agli azionisti, illustrando risultati che testimoniano “il lavoro fatto per dare una svolta forte e duratura” alla società: il miglioramento della redditività, la riduzione dell’indebitamento, l’aumento di valore della società (di quasi mezzo milione). “Ci siamo messi alle spalle una stagione di risultati negativi e investimenti discutibili che hanno portato Finmeccanica verso il baratro”, ha aggiunto l’a.d., spiegando che questo è il “momento giusto” per dare il segnale della svolta con il nuovo nome (e nuovo logo).
“Leonardo rappresenta le nostre radici e le radici della nostra storia”, ha detto il presidente Gianni De Gennaro. “Abbiamo avuto poca fantasia? Credo di sì, però in giro per il mondo piace”, ha assicurato Moretti replicando a qualche critica. Ora si punta tutto sulla “crescita”, che non va più fatta col debito, ma deve essere concentrata sul core business. “Voglio una società molto robusta e molto forte”, ha messo in chiaro Moretti, che non intende fare passi più lunghi della gamba.
Quindi il ritorno al dividendo è possibile (l’ultimo è stato pagato nel maggio 2011, pari a 0,41 euro), ma prima si lavorerà ad “aumentare il valore della società”: la decisione sull’eventuale cedola verrà presa a fine anno. Si avvicina anche la riapertura della stagione delle acquisizioni: “non so se quest’anno o nel 2017 ma sicuramente si fanno”, ha detto Moretti.
Per quanto riguarda le partecipazioni del Gruppo, non c’è nessuna intenzione di cedere la controllata Usa Drs (“ci interessa mantenere il controllo, anche se non necessariamente il 100%”), mentre c’è una discussione aperta sulla joint venture Atr: “O convinciamo il socio (Airbus, ndr) ad un investimento comune o lo convinciamo a fare un’operazione per darci il controllo della società”, ha detto Moretti, ricordando l’interesse di Airbus per il controllo di Mbda (di cui Finmeccanica ha il 25%).
Che Moretti intanto tiene in stand by (“non è che la dismettiamo, è una cosa su cui non investiamo”). Escluso inoltre che Finmeccanica rilevi Piaggio Aero, con cui c’è però interesse a operare su alcuni progetti come il nuovo drone di cui il Gruppo è fornitore. Sul fronte delle dismissioni, infine, resta da collocare solo la piccola Fata Logistic, per la quale si sta cercando un operatore logistico.
L’assemblea ha anche approvato il bilancio 2015, chiuso con un utile netto a 527 milioni (dai 20 milioni del 2014). Mentre il cda del 5 maggio sulla trimestrale valuterà l’aggiornamento delle ‘guidance’ per il 2016 (che terranno conto dell’effetto “positivo” della maxi commessa con il Kuwait per 28 Eurofighter). In Borsa il titolo ha chiuso in rialzo.