
Dalla riduzione dell’accisa sulla benzina di taxi e ambulanze alle donazioni verso società no profit, dalle detrazioni per le spese veterinarie all’esenzione Ires per le società cooperative agricole e ai loro consorzi: sono 242 gli ”sconti fiscali” che per una ragione e l’altra si sono affastellati nel corso del tempo e che attualmente vengono applicate ai contribuenti.
Una vera e propria giungla che il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha passato a setaccio e racchiuso in un libricino fitto fitto di norme, con l’indicazione dei beneficiari, degli obiettivi previsti e degli effetti finanziari sui conti dello Stato. L’elenco è lunghissimo e contiene anche alcune delle macro-voci che compongono l’ossatura del sistema tributario, sulle quali molte famiglie e imprese hanno fatto conto. Così, nel lungo elenco sul quale il governo è al lavoro per una semplificazione, ci sono anche gli sconti riconosciuti sui mutui prima casa (1,5 miliardi l’anno) e la deduzione forfettaria per i canoni di locazione (poco più di 1 miliardo).
Valgono ancora di più le detrazioni sui familiari a carico (12,2 miliardi l’anno) quelle sui redditi di lavoro dipendente (42,9 miliardi) e il cosiddetto cuneo fiscale (5,2 miliardi) con il quale si sterilizzano in parte i costi del personale nella determinazione della base imponibile delle imprese. Nel capitolo casa sono 19 gli ”sconti” e valgono 7,7 miliardi di euro: si va dall’acquisto di frigoriferi, alle misure in favore del disagio abitativo, dalle ristrutturazioni immobiliari agli sconti per la prima casa.
Pesano 18,3 miliardi, invece, le agevolazioni riconosciute per la famiglia: le voci, in questo caso, sono 22 e prevedono anche sconti sugli asili nido e per il mantenimento dei cani guida per i cechi, le spese per l’istruzione e quelle per le adozioni. Lavoro e pensioni rappresentano il capitolo più corposo delle agevolazioni: vale in totale 61,8 miliardi. Ci sono poi 102 milioni di deduzioni e detrazioni riconosciute alle imprese no profit, 439 milioni per gli enti non commerciali, 7,6 miliardi per le agevolazioni sul reddito di impresa, 3,5 miliardi sulle accise. L’elenco indica anche l’effetto che comporta sugli incassi l’applicazione di aliquote ridotte dell’Iva: quella al 4 per cento (sui beni di prima necessità ) vale 13,7 miliardi, quella al 10% su altri beni con funzione sociale ‘costa’ 23,2 miliardi.
Vengono poi elencati gli sconti sulle imposte catastali, quelle ipotecarie. E’ insomma un’immagine, quella tracciata dal monitoraggio del Tesoro, che ritrae un’Italia dalle mille esigenze reali alle quali è sempre stata data una risposta con una micro-norma in grado di alimentare il necessario aiuto.
Così c’è lo sconto sul collaudo dei motori di navi e aerei e l’alleggerimento fiscale per le associazioni sportive dilettantistiche, ci sono le agevolazione sull’elettricità usata dalle Ferrovie e le accise più leggere sui carburanti che servono per prosciugare i terreni allagati nelle zone colpite da alluvione, l’aiuto alla a ricerca nel settore tessile e la detassazione degli utili reinveistiti nel settore cinematografico. Ad ognuno il suo, sembra dire questo bignami del codice di diritto tributario stilato dagli uffici del ministri Giulio Tremonti.
