ROMA – Di veloce è rimasta la corsa a restituirla, la supercar di lusso: il bolide fiammante attira troppo i finanzieri. A Milano è boom di restituzioni di Lamborghini, Maserati ecc…Audi, Bmw e Mercedes stanno tenendo nelle vendite delle “piccole” a cilindrata più bassa, maxi Suv e versioni sport non si vendono, anche perché il superbollo fa paura. Ma ciò che spaventa veramente amatori e appassionati del lusso viaggiante sono i controlli e i dati incrociati. I possessori se ne disfano, non vogliono essere etichettati come evasori fiscali. Il nuovo corso imboccato dalla Guardia di Finanza, i blitz tipo Cortina scoraggiano atteggiamenti esibizionistici. Meglio, onde evitare brutte sorprese, mantenere un profilo più basso, più adatto allo spirito dei tempi che invocano sobrietà.
Il generale Domenico Minervini, comandante delle Fiamme gialle in Emilia-Romagna, durante la presentazione dei dati sull’attività nel 2011 ha confermato che “alcuni amici concessionari di Milano sono alle prese con un boom di “restituzioni” da parte di proprietari che temono i controlli del Fisco e scelgono utilitarie”. La paura fa…200 all’ora: molti ci ripensano, disdicono il leasing, anche perché intestare la Lotus alla srl di famiglia non funziona più. Altri sono costretti a vendere, perdendoci un sacco di soldi, ma almeno evitano di essere “pizzicati” con il rischio di dover restituire tutto il nero accumulato.
“Se hai una Ferrari vuol dire che evadi” è un sillogismo infondato, generalizzare non è corretto. Però, vorrà dire pur qualcosa se su un totale di 206 mila auto dal prezzo medio di 103 mila euro, solo 76 mila italiani (ossia, lo 0,18 per cento dei 41 milioni e 66.588 contribuenti, poco meno di due su mille) hanno dichiarato al fisco più di 200 mila euro lordi. Molti fanno i furbi, magari approfittando di improprie immatricolazioni per eludere il fisco. Ma il governo ha imposto uno stop alle società di comodo, ispirandosi proprio al principio costituzionale che distingue nettamente tra risparmio d’imposta legittimo e vantaggio fiscale indebito senza motivazioni economiche.
Insomma gli evasori cominciano a guardarsi intorno, percepiscono il clima mutato. Milano in questo senso è un simbolo e un osservatorio privilegiato. Il blitz di fine gennaio ha avuto come primo effetto collaterale l’aumento del 44% di emissione di scontrini, meglio di un’happy hour. E i milanesi sembrano aver recepito il messaggio, visto che il biasimo per le dichiarazioni dei redditi fasulle conquista infatti quest’anno il primato tra i comportamenti più criticabili, raccogliendo il 66% delle segnalazioni, con un’impennata dell’8% rispetto al 2011 che gli permette di sorpassare le bustarelle (60%). Il sondaggio non prevedeva classificazioni in base all’automobile posseduta.