ROMA – L’Agenzia delle Entrate, cioè il Fisco, leggerà il nostro estratto conto. Se siamo in regola o invece evasori poco importa, perché dal 1° gennaio 2012 il Fisco avrà in automatico il rendiconto annuale di tutti i conti correnti, conti di deposito, titoli, gestioni, carte di credito e tutte le nostre operazioni in banca. Lo stabilisce l’articolo 11 della manovra di Mario Monti, il decreto “Salva-Italia”, dal significativo titolo “Emersione della base imponibile” che cambia totalmente il rapporto fra risparmiatori e Agenzia delle Entrate, abolendo di fatto il segreto bancario che da una parte proteggeva le magagne degli evasori ma dall’altra anche la privacy di chi era in regola.
Con la disposizione che obbliga gli operatori finanziari a comunicare “periodicamente all’anagrafe tributaria” i movimenti di tutti i rapporti intrattenuti con la clientela “ed ogni informazione relativa ai predetti rapporti necessaria ai fini dei controlli fiscali, nonché l’importo delle operazioni finanziarie”, il Fisco diventa un Grande Fratello che saprà tutto quello che facciamo con la banca.
Mentre prima c’era bisogno di un sospetto di evasione fiscale per dar via agli accertamenti formali e alla richiesta di informazioni alla banca adesso sarà la banca a essere obbligata a comunicare tutto sui propri clienti prima ancora che il Fisco lo chieda. È la fine del segreto bancario, iniziata nel 2005 con l’Anagrafe dei conti correnti, il database in cui venivano immessi finora solo i numeri di conto e gli estremi di chi lo apriva o lo chiudeva.
In pratica viene applicato il principio del “segui i soldi e non l’evasore”. L’Agenzia delle Entrate si ritrova nelle mani un’arma potentissima per colpire chi non paga le tasse, ma la mole di dati che entreranno in suo possesso è tale da non far preoccupare solo gli evasori.