Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha convocato, per mercoledi’ 20 ottobre, le parti sociali sui temi fiscali. Parte la ‘fase 2’ annunciata dal ministro, quella dello sviluppo subito dopo la ‘partita’ sulla stabilità chiusa ieri con il varo della Finanziaria (ora appunto legge di stabilita’).
Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni esprime la sua soddisfazione per l’apertura del tavolo ”che ha più valenze, si tocca il cuore del rapporto tra cittadino e Stato, il cuore dei problemi del Paese. E’ la prima riforma di valenza economica ma è anche la prima per valenza sociale”.
Soddisfatto anche il coordinatore degli assessori regionali al Bilancio, Romano Colozzi, che dice: ”bene Tremonti, siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità e ad offrire la nostra collaborazione”.
”Noi sindaci – commenta Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci – invece combatteremo una battaglia determinata e responsabile prima che finisca l’anno sulla manovra finanziaria. L’importante però è che il governo non scambi la responsabilità con l’acquiescenza”. Bonanni chiede a Tremonti di promuovere la partecipazione di tutti: sindacati, associazioni d’impresa, trovando spazio anche con l’opposizione. Il Pd non nasconde il proprio interesse. La scorsa settimana aveva avanzato le proprie proposte.
Ora parla il vice segretario Enrico Letta: ”Abbiamo bisogno di una riforma del fisco – dice – perché non è possibile che il nostro fisco sia fatto del piu’ grande record di ‘nero’ d’Europa, del più grande record di peso su chi lavora e su chi produce e della più grande generosità su chi vive attraverso sistemi di rendita. E’ evidente che questi tre record fanno del nostro paese un paese nel quale la spinta a correre è una spinta inferiore rispetto a quella di altri”. Il ministro Tremonti, intanto, dopo il varo della Finanziaria e alcune polemiche con i colleghi degli altri dicasteri, ribadisce la sua ‘formula’: ”non c’è sviluppo senza stabilità” e ricorda che le politiche economiche del governo italiano sono ”considerate molto responsabili un po’ dappertutto”. Non è inoltre ancora svanito il ‘fantasma’ della crisi: ”abbiamo una massa di derivati come prima della crisi. La speculazione incombe sulla realta’ con potenziali fattori di rischio”. Ma l’Italia – come ripete piu’ volte – ha ‘blindato’ i propri conti.
