ROMA – Italia sotto esame da parte delle agenzie di rating: dopo il monito di Moody's e Standard & Poor's, che hanno peggiorato le prospettive sul merito di credito sovrano, Fitch avanza timori per la possibilita' di uno stallo della crescita, ma esclude un taglio del rating o dell' 'outlook' nel breve termine. E dall'aula del Senato il premier Silvio Berlusconi punta il dito: ''le agenzie di rating ci tengono sotto osservazione e le locuste della speculazione aspettano solo l'occasione per prendere quelle prede che mostrano segni di debolezza''. Ma i mercati osservano con attenzione la congiuntura dell'Italia.
Ultima a muoversi fra le tre maggiori e' Fitch: attendiamo di conoscere i dettagli sulla manovra di finanza pubblica da 40 miliardi ''a fine mese o nella prima parte di luglio'', spiega il responsabile globale dei rating sovrani David Riley. Ma ad oggi Fitch ''non prevede di cambiare il rating o le prospettive'' sull'Italia, anche se avverte: ''se dovessero emergere nuove informazioni, cio' potrebbe portarci a fare dei cambiamenti''. Intervistato dall'ANSA, Riley mette in guardia dalla voglia di tagliare le tasse: ''non c'e' nessuno spazio per riduzioni fiscali che non siano interamente finanziate'', magari tagliando la spesa. Il giudizio di Fitch, insomma, non cambia ('AA-', un gradino in piu' rispetto a S&P, con prospettive stabili).
Ma Riley, a nome dell'agenzia di rating, spiega che ''la principale preoccupazione e' se la ripresa dovesse andare in stallo, e l'Italia andasse in recessione mettendo a rischio il consolidamento fiscale''. Mentre ''se il governo italiano dovesse inaspettatamente cadere, non cambieremmo automaticamente il rating o l'outlook'', purche' ''un nuovo governo sia in grado di realizzare efficacemente le misure di rigore fiscale'' necessarie. Con una crescita di appena lo 0,1% nel primo trimestre, una manovra da 40 miliardi di euro da definire e l'intenzione di tagliare le tasse proprio mentre il terremoto greco lambisce il Sud Europa, i mercati osservano l'Italia. Il Financial Times oggi dedica un commento all'Italia: per i suoi 150 anni – dice – ''potrebbe regalarsi una seria riforma strutturale'' per rilanciare l'economia, che rischia una ''stagnazione'' legata allo ''scoraggiante'' quadro politico.
La minaccia di bocciatura da parte di Moody's ''non e' una sciocchezza'', avverte la Lex Column. e l'Italia come la Spagna e' ''nella lunga lista di Paesi solvibili, ma vulnerabili ai cambiamenti di umore dei mercati''. Ieri, sul sito web del Financial Times, due economisti scrivevano che l'ultimo bastione per la sopravvivenza dell'euro non e' la Spagna, ma l'Italia: ''la battaglia finale sara' combattuta sulle coste pittoresche dell'Italia, con Roma che emergera' come eroe o villano rispetto alla sopravvivenza dell'euro''. Moody's, che mantiene il giudizio piu' alto delle tre sull'Italia (Aa2), ha avvertito venerdi' scorso di un possibile taglio del rating italiano, peggiorando le prospettive anche su Eni, Enel, Finmeccanica, Poste e Terna. Stanotte e' toccato agli enti locali: dalla Lombardia alla Toscana, dall'Umbria al Veneto, da Milano a Firenze a Bologna a Genova. ''Aspettiamo di vedere il warning reale'', commenta il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani.
''Siamo tranquilli'', dice l'amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, mentre anche il presidente di Eni Giuseppe Recchi si dice non preoccupato. Prima a muoversi, a fine maggio era stata S&P a tirare in ballo l'Italia, mettendo in 'negativo' le prospettive sul rating della Repubblica (attualmente ad 'A+'), ma anche di Mediobanca, Bnl, Intesa SanPaolo, Cassa depositi e prestiti e Poste Italiane. Ad oggi non c'e' ''nulla da aggiungere'' sul rating italiano, filtra da S&P.