
NEW YORK – L’agenzia internazionale Fitch ha confermato il rating dell’Italia a BBB+. Anche l’outlook rimane stabile. Ma non manca di far scattare ancora una volta l’allarme legato a un debito pubblico troppo elevato e a una crescita ancora troppo debole. Due fattori che lasciano l’Italia “altamente esposta a potenziali shock avversi”.
Il giudizio di Fitch tiene chiaramente conto della Legge di stabilità per il 2016 varata pochi giorni fa dal governo Renzi. Una legge di bilancio – si sottolinea – complessivamente fondata su tagli delle tasse, a partire dalla “rottamazione” dell’imposta sulle prime case per arrivare alla rimozione delle clausole di salvaguardia che avrebbero provocato un innalzamento dell’Iva.
Ma la riforma della spesa pubblica contenuta nella legge – evidenziano gli analisti di Fitch – “è meno ambiziosa dei piani originari del governo”. E l’aumento del rapporto deficit-Pil al 2,2% rispetto alle precedenti stime dell’1,8% se da un lato potrebbe certamente favorire la crescita, dall’altro “danneggia” gli obiettivi di taglio del disavanzo che l’esecutivo aveva fissato in precedenza.
A complicare la situazione resta l’elevatissimo debito pubblico che dopo aver toccato il 134% nel 2014, quest’anno – ricorda Fitch – dovrebbe raggiungere il suo picco. Il debito – sottolineano gli analisti – dovrebbe restare sopra il 120% fino alla fine del decennio, “lasciando l’Italia altamente esposta apotenziali schock avversi”.
Questo nel quadro di una situazione dei mercati e dell’economia globale alquanto incerta e volatile. E con una ripresa del Belpaese che resta debole, nonostante l’uscita quest’anno da una “profonda e prolungata recessione”. E – afferma Fitch – una riduzione significativa del debito è possibile proprio grazie a una ripresa prolungata e a un avanzo primario consistente.
La solvibilità dell’Italia – si spiega comunque – è garantita al momento soprattutto da un’economia diversificata e ad alto valore aggiunto, con livelli di indebitamento moderati nel settore privato e un sistema delle pensioni sostenibile. Infine le banche italiane che – riconosce Fitch – hanno rafforzato i loro requisiti di capitale nonostante la lunga recessione degli ultimi anni.
