Fondi Ue, al Governo il controllo. Torta da 100 mld in 6 anni

Fondi Ue, al Governo il controllo. Torta da 100 mld in 6 anni

ROMA – Fondi Ue, al Governo il controllo. Torta da 100 mld in 6 anni. L’Agenzia della Coesione Territoriale alla fine è stata costituita: nel decreto legge di ieri si è concretizzato il progetto di restituire direttamente al Governo (o al ministro delegato, oggi Carlo Trigilia) il controllo sui 30 miliardi di fondi europei fino al 2020, cui va aggiunta la stessa azione di “monitoraggio sistematico e continuo” su Regioni e Ministeri nella gestione di altri 30 mld di co-finanziamento nazionale e altri 40 mld di fondi nazionali. Chi spende male potrà essere direttamente sostituito dal Governo nella gestione dei fondi, “a seguito di gravi inadempienze e o ritardi nella realizzazione dei programmi”.

Questo era il punto politico più controverso, tanto che il ministro Trigilia assicura che in alcuni casi ben definiti il Governo può comunque esercitare i “poteri sostitutivi” nei confronti degli enti inadempienti per quanto nel testo finale del decreto non vi si faccia cenno (c’era nella bozza) se non con più generici “dare esecuzione” alle determinazioni del ministro della Coesione e “misure di accelerazione”. Un “mix di bastone e carota” del Governo somministrato a Regioni e Ministeri nella gestione, spesso dispersiva, inefficace dei fondi strutturali, commenta Alessandro Arona sul Sole 24 Ore.

Non si tratta di ritorno al “centralismo” (ministro Trigilia) ma resta l’accentramento del controllo che può trasformarsi in autorità di gestione direttamente in capo a Palazzo Chigi, con poteri sostituivi al massimo ammorbiditi. Ieri abbiamo tentato una breve storia dell’Agenzia e il suo varo segnala una cambio di prospettiva culturale rispetto alla formazione e la gestione dei fondi europei.

Certo molto tempo è passato da quando nel 1999, Ciampi ministro dell’Economia e Fabrizio Barca capo del Dps (Dipartimento sviluppo e coesione) furono lanciate le parole d’ordine del coinvolgimento del territorio, delle forze economiche e sociali, e degli enti locali, nella formazione e gestione dei programmi Ue. Ne nacquero esperienze anche positive, ma la frammentazione degli interventi e la diffusa inefficienza nella loro attuazione hanno fatto cambiare in parte idea allo stesso Barca, che l’anno scorso, da Ministro, ha lanciato campagne di monitoraggio (a volte a sorpresa) sul territorio (scoprendo spesso ritardi ingiustificabili), poi rafforzato il controllo con i Cis (contratti Ministero-enti attuatori) e infine lanciato l’idea dell’Agenzia, senza riuscire mai a farla approvare dal Governo Monti. (Alessandro Arona, Il Sole 24 Ore, 27 agosto)

 

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Warsamé Dini Casali