La Germania appoggia il Fondo monetario europeo mentre la Francia sembra storcere il naso. Se ieri, 8 marzo, sembrava prendere quota l’idea di creare una nuova istituzione comunitaria con lo scopo di aiutare i paesi dell’Unione, e soprattutto dell’area euro, in difficoltà con le finanze, oggi la questione appare tutt’altro che pacifica.
La cancelliera tedesca Angela Merkel è tornata a sostenere questa ipotesi, ma al momento non trova sponda nel partner chiave francese: l’idea sarà anche «interessante», ma secondo il ministro dell’Economia Christine Lagarde non è l’unica, e soprattutto «non è la priorità più immediata», ha tagliato corto.
Anche in patria la Merkel trova delle voci contrarie. Come quella del numero uno della Bundesbank, Axel Weber, che come tutti i governatori dell’area euro siede nel consiglio direttivo della Bce e, anzi, è il favorito a succedere a Jean Claude Trichet alla presidenza: un Fme sarebbe «controproduttivo», ha avvertito, secondo quanto riporta il Financial Times nell’edizione online.
Anche dalla Commissione europea arriva una frenata. Durante il question time al parlamento europeo di Strasburgo, Barroso ha precisato che la proposta di un Fondo monetario europeo è «a lungo termine» e «potrebbe richiedere la modifica dei trattati».
Nei giorni scorsi ipotesi di stampa parlavano di una sospensione dei diritti di voto nelle istituzioni europee ai paesi che violano i parametri sui conti previsti dai trattati, cosa che richiederebbe una riforma dei trattati stessi. E nella storia recente la Francia ha una disciplina di bilancio senz’altro peggiore rispetto alla Germania. Invece secondo il presidente della Bundesbank è dannoso lo stesso dibattito sull’idea di creare un sistema di aiuti istituzionalizzato in seno all’Ue, che intenvenga nei casi di dissesto dei conti. Perché distrae attenzione e sforzi dall’esigenza di procedere al risanamento dei bilanci, ha affermato Weber. Intanto sul tema della speculazione, in particolare sui Cds – contratti di assicurazione contro le insolvenze dei bond, ampiamente utilizzati nel caso della Grecia – è intervenuto oggi l’appena nominato presidente della Banca dei regolamenti internazionali, il Francese Chirstian Noyer. I Cds vanno regolamentati anche creando apposite Borse nella maggiori aree valutarie, ha affermato.