Lo scacco della Slovacchia all’Ue: bocciato il Fondo salva Stati

BRATISLAVA – Il ”no” della Slovacchia all’estensione del fondo salva-Stati europeo mette a rischio l’intero progetto di soccorso finanziario ai paesi dell’Eurozona e aggrava la crisi del debito. Il Parlamento slovacco ha bocciato la proposta avanzata dall’esecutivo di centro-destra e insieme sfiduciato il governo guidato dal premier Iveta Radicova. La conclusione era apparsa già chiara nel dibattito del pomeriggio di martedì e il voto l’ha confermata: dei 124 deputati presenti hanno votato contro 9 deputati, 55 hanno votato a favore, ma 60 deputati si sono astenuti.

Dopo il voto positivo di Malta, la Slovacchia era l’ultimo paese dei 17 a procedere al voto sul fondo ed è ora l’unico paese a non averlo ratificato. Di fatto il verdetto negativo potrebbe avere solo un effetto di rallentamento per l’estensione del fondo Efsf, perchè una nuova votazione potrebbe tenersi già la prossima settimana.

In seguito a disaccordi manifestatisi nelle ultime settimane dentro la coalizione quadripartita, dovuti all’ atteggiamento negativo del partito Libertà e Solidarietà (Sas), il voto in Parlamento era unito al voto di fiducia al governo. Con il voto voto negativo del Parlamento unicamerale è caduto anche il governo quadripartita di centro destra, formato dall’Unione slovacca dei cristiani democratici (Sdku), Libertà e Solidarietà (Sas), Movimento dei cristiani democratici (Kdh), e dal partito della minoranza magiara Most-Hid. La coalizione era uscita vincente dalle elezioni del giugno 2010 ed aveva sostituito l’esecutivo di centro sinistra del premier Robert Fico.

La Commissione Ue lancia un appello alla Slovacchia perché ”voti di nuovo sul fondo Efsf il prima possibile”, e non dimostri ”miopia politica”: lo ha detto un portavoce di Bruxelles.

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Alessandro Avico