La decisione che ha gettato le basi per questa «grande missione italiana» è stata presa nel corso della recente visita a Pechino del ministro dell’Economia Giulio Tremonti: lo scorso venerdì il numero uno del Mef ha incontrato oltre al presidente del Cic, Lou Jiwei, anche la “mente operativa” del fondo, il vice-presidente e direttore generale Gao Xiqing.
Dalla riunione, secondo quanto riportato da fonti del Tesoro, è emerso chiaramente l’interesse del fondo sovrano cinese per uno sbarco di un “certo livello” in Italia. Il Cic effettua operazioni di grandi dimensioni, prevalentemente nel settore delle utilities e delle infrastrutture, senza però rilevare quote di maggioranza. «Non siamo entrati nello specifico», ha detto il ministro Tremonti al termine dell’incontro.
Esclusa quindi, in via ufficiale e ufficiosa, la conferma di un presunto interesse del Cic nell’Enel. Gao Xiqing tuttavia nel dettaglio c’è entrato, chiedendo al ministro informazioni specifiche e dirette – «molto approfondite» – sulla Cassa depositi e prestiti: come funziona, qual è la sua missione, chi sono i suoi azionisti.
In una recente intervista Gao Xiqing ha esaltato le virtù dei sistemi con alto tasso di risparmio, come quello cinese e giapponese, e ha espresso perplessità sulla sostenibilità di sistemi come quello Usa che spendono i soldi delle generazioni future. Il fatto che l’Italia abbia sofferto meno di altri Stati occidentali in questa crisi, anche grazie al basso debito privato, è una storia positiva che può varcare i confini della Cina: in quanto all’elevato debito pubblico dell’Italia, risulta in aumento la quota dei titoli di Stato italiani acquistati da grandi investitori cinesi.
I contatti tra Cic e Italia sono stati avviati circa un anno fa ma sono stati sporadici, tecnici e sono avvenuti nel contesto di tour europei. I tempi sono ora maturi per una missione dedicata. Il ministero dell’Economia e il fondo cinese hanno poco più di un mese per mettere a punto la tabella di marcia della missione del Cic in Italia, che salvo imprevisti si terrà il prossimo gennaio.
Il fondo cinese prima dello scoppio della crisi ha investito 5 miliardi di dollari entrando nel capitale della banca d’investimento Usa Morgan Stanley: la perdita immediata è stata ingente, ma il Cic valuta i suoi investimenti su un arco temporale di 50 anni e va al di là degli alti e bassi dei corsi azionari.
Non è escluso quindi che tra gli investimenti appetibili in Italia, oltre ad Enel ed Eni, possano esservi anche nuove iniziative tremontiane, come la Banca del Sud o il nuovo fondo in equity per la patrimonializzazione e aggregazione delle Pmi.