MILANO – La Consob (la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) sta facendo approfondimenti sul portafoglio di titoli strutturati di Unipol.
”Sul presente argomento sono in corso approfondimenti da parte della Consob, anche in ordine alla regolarità contabile dei dati comunicati” da Unipol, è scritto nel prospetto sull’aumento in un paragrafo dedicato ai titoli strutturati del gruppo: 5,6 miliardi al 31 marzo scorso, il 23,7% degli investimenti finanziari.
Sul tema del portafoglio di titoli strutturati di Unipol, additati dai detrattori della compagnia bolognese come un elemento di debolezza del gruppo guidato da Carlo Cimbri, la Consob è dunque scesa in campo per fare chiarezza.
Al 31 marzo scorso il portafoglio presentava, si legge nelle avvertenze del prospetto, minusvalenze latenti, non rilevate a conto economico o a patrimonio netto, di 625 milioni di euro, ascrivibili ai titoli classificati nelle categorie loans & receivables (finanziamenti e crediti) e held to maturity (titoli da detenere a scadenza).
Qualora Unipol ”dovesse avere la necessità di alienare integralmente e in un’unica soluzione questa componente di attivi” le perdite comporterebbero una riduzione del margine di solvibilità di 410 milioni di euro.
Con riferimento agli investimenti (comprensivi di quelli immobiliari), Unipol ricorda che ciascuna compagnia del gruppo trasmette mensilmente all’Isvap i dati relativi alle minusvalenze potenziali nette riferite al totale degli investimenti.
Al 31 maggio 2012, Unipol segnala che le sue compagnie hanno minusvalenze complessive per gli attivi classificati nei comparti ”durevole” e ”non durevole” (cioè gli investimenti dell’attivo circolante), pari a 1.476 milioni, di cui 426 milioni relativi al comparto dei titoli ”non durevole”.
Si tratta però, precisa Unipol, di informazioni determinate con i principi contabili nazionali, che hanno ”natura gestionale” e ”non sono comparabili con i dati economici e patrimoniali” redatti secondo i principi contabili internazionali Ias/Ifrs.
Unipol, in considerazione dell’ ”illiquidità” di questi titoli, ”non può escludere che possa non essere individuata una controparte” per la loro cessione o che in caso di vendita ”possano essere realizzate minusvalenze di ammontare anche significativamente superiore a quanto sopra riportato”.
Anche l’Isvap (l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo) ha chiesto ad Unipol di integrare le riserve sinistri per circa 210 milioni di euro.
Gli approfondimenti della Consob seguono alla richiesta dell’Isvap a Unipol di integrare le riserve sinistri del ramo Rca e natanti per 210 milioni di euro in relazione ai sinistri inferiori ai 100 mila euro. Per i sinistri di importo atteso superiore l’analisi non offre quantificazioni ma ”evidenzia profili di criticita”’ per la presenza di numerosi sinistri che, posti a riserva per un importo inferiore ai 100 mila euro, ”vengono successivamente pagati per importi superiori”. La conclusioni dell’Isvap, si legge nel prospetto, non sono condivise da Unipol.
L’eventuale impatto sul margine di solvibilita’ sarebbe di 138 milioni con un impatto sul margine di solvibilita’ di sei punti lasciando la solvibilita’ di Unipol ”ampiamente positiva”.