Fonsai, per la Procura “Situazione più allarmante del San Raffaele”

MILANO – Sale l’allerta sul gruppo Ligresti, con un giudizio che circola negli ambienti della Procura di Milano che piu’ di tante parole rende l’idea: per gli inquirenti la situazione e’ ”allarmante” e ”piu’ complicata” di quella del San Raffaele, il gruppo ospedaliero per il quale i pm avevano chiesto il fallimento.

Il 27 marzo il pm Luigi Orsi, dopo aver ascoltato nei giorni scorsi sindaci e revisori del gruppo Ligresti, ha sentito come persona informata sui fatti Andrea Novarese, direttore generale di Premafin, la holding di controllo di Fonsai, che il 28 marzo riunisce il Cda per definire la lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione della compagnia, in scadenza all’assemblea di aprile. Non e’ al momento chiaro se la scelta dei nuovi consiglieri sara’ all’insegna della discontinuita’.

Nell’inchiesta, aperta gia’ lo scorso anno, risultava indagato solo Salvatore Ligresti per ostacolo agli organi di vigilanza. Ma poi sotto il faro della procura sono ora finite le maxi consulenze e le operazioni immobiliari di Fonsai con i Ligresti, emerse dopo la denuncia del fondo Amber e i rilievi del collegio sindacale.

Cosi’, mentre le indagini degli inquirenti si sono allargate all’indebitamento dell’intero gruppo (da Fonsai a Premafin fino alle holding Sinergia ed Imco), la procura sta vagliando eventuali ipotesi di reato, che allo stato non si sa se siano gia’ state formalizzate: si va dal falso in bilancio, per una serie di operazioni (come le consulenze) che potrebbero non essere state iscritte a bilancio, fino alla manipolazione del mercato per l’andamento anomalo dei titoli interessati. Inclusa l’ipotesi di insider trading, visto che gia’ nelle due settimane precedenti all’ufficializzazione dell’interesse di Unipol sul gruppo Fonsai, arrivato il 12 gennaio, il titolo della compagnia assicurativa e, in misura minore, Premafin, avevano avuto andamenti altalenanti in Borsa.

”Noi contiamo che i contatti tra Unipol e Fonsai proseguano: non mi aspetto ritardi e impatti negativi” dall’inchiesta, ha detto l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, sponsor con Mediobanca del piano della compagnia bolognese per salvare Fonsai. ”Non ci sono fatti nuovi che possano modificare il percorso finalizzato alla realizzazione del progetto di integrazione con il gruppo Unipol”, ha precisato un portavoce della holding, sottolineando che ”proseguono infatti con impegno le attivita’ avviate a tal fine da parte di tutte le societa’ coinvolte”.

Dopo i fatti denunciati da Amber, sono due i profili oggetto di approfondimenti da parte della Procura. In primo luogo quello del danno patrimoniale provocato dalle operazioni con i Ligresti a un gruppo che, in assenza di un piano di salvataggio, si troverebbe di fatto in una situazione fallimentare lungo tutti i suoi livelli (Sinergia-Imco, Premafin, Fonsai).

In secondo luogo c’e’ un problema di comunicazioni sociali e di trasparenza nei confronti del mercato, visto che molte delle operazioni contestate dai sindaci non sarebbero state indicate a bilancio o non sarebbero state adeguatamente spiegate. Ma si guarda anche ai quasi 2,5 miliardi di perdite accumulati dalla compagnia negli ultimi tre anni, per vedere se non siano stati in qualche modo nascosti al mercato, e ai trust offshore che controllano il 20% di Premafin e che la Consob, cosi’ come la Procura, sospetta siano riconducibili ai Ligresti.

Il board di Fonsai intanto, nell’approvare il bilancio ha preso atto della relazione dei sindaci dopo la denuncia di Amber, deliberando di ”procedere agli approfondimenti opportuni, anche secondo le conclusioni formulate dal collegio sindacale”. Gli amministratori indipendenti dovranno individuare ora esperti indipendenti che, ”sotto il profilo economico, immobiliare e legale, possano assistere la societa’ nelle opportune analisi”.

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Maria Elena Perrero