ROMA – Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti (Cdp), in un’intervista al Sole 24 Ore in cui affronta il nodo dello sviluppo della rete a banda larga, non ”conferma né smentisce la cifra”, 20 miliardi di euro in prestito dalla Bce con tasso all’1%, ”ma è vero: avevamo l’opportunità di utilizzare la LTRO della Bce e lo abbiamo fatto. La Bce accetta come collaterale solidissimo i mutui che abbiamo erogato agli enti locali. Sono risorse in più per sostenere l’economia, finanziare le Pmi e le infrastrutture, contribuire al finanziamento del debito pubblico”.
”Cdp non impiega un euro del contribuente, non usa soldi del Tesoro. Al contrario, presta soldi al Tesoro, contribuendo al finanziamento del debito pubblico”, rileva Bassanini. ”Siamo considerati dall’Europa una market unit privata, con una missione pubblica: sostenere l’economia italiana, contribuire alla infrastrutturazione e alla crescita del Paese”.
In questo, spiega, si inserisce il braccio di ferro con Telecom, perché ”l’ammodernamento della rete di telecomunicazioni è un asset fondamentale per la crescita e la competitivita”’.
Per Bassanini il progetto di Bernabè ”non rappresenta una risposta adeguata alla crescita esponenziale dei volumi di traffico nelle aree ad alta densità. Per restare al passo con le economie più avanzate – evidenzia – almeno una parte del Paese deve essere cablato in fibra ottica ‘to the home’.
Il presidente della Cdp ribadisce la disponibilità ”a tutte le possibili intese, compresa la costituzione di un’unica societa’ della rete che unisca tutte le forze, le competenze e le risorse”. Poniamo solo due condizioni: che sia garantita a tutti gli operatori totale parita’ di accesso, che si adottino le soluzioni tecnologiche che consentano di non aumentare, ma semmai di ridurre il nostro svantaggio competitivo”.