ROMA – L'adozione dell'euro per la Grecia e' stata catastrofica come fu per il meridione d'Italia l'introduzione della lira dopo l'unificazione 150 anni fa. A fare questo inedito e curioso confronto e' l'ex rettore dell'universita' britannica di Buckingham, Sir Martin Jacomb, in un editoriale scritto per il Financial Times e dal titolo: 'La Grecia non ha nessun futuro nell'eurozona'.
L'autore spiega che con l'ingresso nella moneta unica la Grecia ha perso competitivita' sui mercati internazionali e il Paese si e' impoverito perche' non puo' piu' usare la leva della svalutazione. Lo stesso destino, sostiene Jacomb, che colpi' l'Italia meridionale in seguito all'unificazione e all'introduzione della lira.
All'inizio del 19esimo secolo Napoli e la sua regione erano ''relativamente sofisticate'', scrive l'ex rettore universitario, ma l'economia del mezzogiorno incomincio' a cedere terreno rispetto a quella del settentrione e con la successiva adozione della lira la situazione peggioro' ulteriormente in quanto la regione perse lo strumento fondamentale della svalutazione per correggere gli squilibri competitivi. Questa ''tragedia'' economica dell'Italia meridionale, ''persiste'', sottolinea l'autore, sostenendo dunque che l'unico modo per ridare competitivita' alla Grecia e' ''smantellare l'euro''.
