Monti tassa le sigarette? Fumatore non compra, lo Stato perde miliardi

ROMA – Mario Monti alza le tasse sulle sigarette e i consumi calano. Un bene per la salute di chi rinuncia al fumo, un male per le casse dello stato che rinunciano ad un mercato da 11 miliardi di euro l’anno, con 3 miliardi di euro di Iva. Un’analisi del gettito dalla vendita di sigarette dal 2000 ad oggi ha evidenziato una crescita del 5,2 per cento l’anno fino al 2006, crescita che è scesa all’1,7 per cento tra il 2007 ed il 2010. Ma è tra il 2011 ed il 2012 che la vendita di sigarette ha segnato il primo calo con il -2,2per cento di gennaio 2012. Questi i dati riportati dal quotidiano Libero.

Il crollo ha spinto ad un aumento del consumo di tabacco trinciato, per cui valgono tassazioni differenti che riescono ad evitare l’aumento dei prezzi come invece per la sigaretta già pronta. Il calo comunque è evidente e se gran parte dei fumatori decide di smettere di fumare, c’è anche chi alimenta il contrabbando alla ricerca del risparmio.

Insomma se la tassa sulle sigarette voleva essere un modo di garantirsi entrate sicure, secondo Libero Monti ha fallito nell’obiettivo. Maggiore è il balzello, minori sono le entrate. E così nell’ultimo rincaro deciso dal governo Monti, ai Monopoli di stato è stata lasciata libertà di scelta sull’aumentare il tabacco trinciato o le sigarette, nella speranza di evitare la fuga di consumatori che rischia di creare un buco imprevisto nelle casse dello Stato.

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