
LONDRA, GRAN BRETAGNA – In tempo di crisi anche certi ricchi piangono, specialmente a Londra: Rolex, vini francesi d’annata, collier di diamanti, Ferrari, Lamborghini, Rolls Royce. Gli status symbol degli eccessi del capitalismo nella capitale britannica, ma non solo, finiscono al banco dei pegni, i ”pawnbrokers”. Impegnatissimi sono anche i ”pawnshops” (gli americani li chiamano così) di New Yok e Los Angeles.
In quartieri londinesi come Chelsea, Fulham, Kensington, la parola ”monte dei pegni” era usata finora solo da qualche sventurato che, dopo essersi giocato scelleratamente una fortuna alle carte o ai cavalli, faceva un giro clandestino dai ”pawnbroker” di Soho.
Ma non e’ piu’ cosi’. Banchieri i cui bonus non si sono materializzati, imprenditori colpiti dalla crisi del credito e altri ex ”paperoni” temporaneamente in bolletta hanno trovato quest’anno asilo in quello che un tempo era il rifugio dei poveri o di chi aveva improvvidamente fatto il passo piu’ lungo della gamba.
Il risultato e’ che nei caveau di Paul Aitken, un broker specializzato in ”pegni” di ricchi, sono arrivati quest’anno anelli di diamanti, orologi di marca, vini pregiati, una scultura di Henry Moore, chitarre Fender, Porsche e Bmw: tutti offerti come ”appoggio” di prestiti da mille sterline a un milione necessari a mantenere il vecchio tenore di vita. Poi i soldi dei ”pawnbroker”, così come le cose da impegnare. E allora?
