Nel 2008 la crisi finanziaria andava peggiorando, ma l’amministratore delegato Jeffrey Immelt e altri leader della General Electric rassicurarono affermando che la società aveva le capacità di accedere ai mercati del credito e di rifinanziare i debiti di massa come si doveva. Ma non era così.
L’ex segretario del Tesoro Henry M. Paulson Jr., nel suo libro “On the Brink: Inside the Race to Stop the Collapse of the Global Financial System” (“Sull’orlo del baratro: la corsa per fermare il collasso del sistema finanziario globale”) rivela alcune conversazioni private con Immelt, secondo il quale il quadro economico della GE di credito era ben diverso.
L’amministratore delegato della GE più volte aveva espresso profonde preoccupazioni sul debito a breve termine della GE e sulle pressioni per l’accesso alle garanzie pubbliche speciale per tale debito. Le rivelazioni del libro di Paulson, se fossero vere, potrebbero aumentare i guai giudiziari della General Electric. In tribunale, infatti, gli azionisti accusano Immelt e gli altri dirigenti di aver violato le leggi sui titoli per andare avanti e quindi di aver ingannato gli investitori proprio nell’autunno 2008 sulle finanze della GE.
Al centro delle accuse degli azionisti è la vendita, parsa sospetta, di titoli nell’ottobre 2008 da parte di GE. La società raccoglie 15 miliardi dollari – 12 miliardi dollari da parte degli investitori che hanno acquistato azioni ordinarie e 3 miliardi di Warren Buffett. Nonostante il successo di vendita, gli investitori sono preoccupati. Il prezzo delle azioni della società, come quella di molti altri, è sceso. Il prezzo per assicurare il debito di GE è salito ed è molto più elevato rispetto ad altre società con lo stesso rating (AAA, il massimo).
GE con una lettera del 14 settembre rassicura gli investitori e Immelt in pubblico conferma che la società gode di ottima salute. Eppure, secondo il libro di Paulson non è stato così.