Generali: in vista del board del 6 aprile prevale la linea della tregua, ma pesa il conflitto di interessi di Bollorè

TRIESTE – Alla vigilia del board straordinario di mercoledì 6 aprile, la sensazione è che in Generali preverrà la linea della tregua. Dopo gli strappi di Vincent Bollorè, vicepresidente del gruppo, e le frizioni tra il presidente Cesare Geronzi e l’ad Giovanni Perissinotto, la previsione è che dalla riunione uscirà solo un’ammonizione per il finanziere bretone e non una mozione di sfiducia che sarebbe un vero gesto di rottura. Sotto accusa l’astensione di Bollorè sui conti del gruppo del 2010.Qualche segnale di pace arriva da Mediobanca, che non ha gradito le posizioni di Bollorè, ma essendo il primo socio di Generali tutto fa suporre che voglia calmare le acque.

Anche Lorenzo Pellicioli (numero 1 De Agostini) e Diego Della Valle (Tod’s) sarebbero alla ricerca di un nuovo equilibrio; Paolo Scaroni e Francesco Gaetano Caltagirone vogliono poi evitare l’ennesimo scontro in cda. L’intenzione sembra quindi quella di trovare un nuovo equilibrio, anche se gli argomenti a favore dello scontro finale non mancano. La comunicazione del gruppo è un punto problematico: è gestita dal presidente Geronzi e dall’ad Perissinotto in un sistema “duale” che ha dimostrato più volte le sue falle: al primo compete infatti quella “istituzionale”, al secondo quella “operativa”. Nella pratica però la cosa non ha funzionato con numerosi accavallamenti.

La spina vera è però Bollorè. Si è astenuto sui conti 20010 del gruppo e ha concesso un’intervista che ha sollevato un polverone. Bollorè disse che solo grazie alla sua insistenza il cda aveva deciso di inserire nei documenti di bilancio anche che “l’impegno di Generali rappresenta potenzialmente 3 miliardi di euro per uscire” dai rapporti intrecciati dal gruppo con il finanziere ceco Petr Kellner. Un’esposizione del genere non era nota all’esterno, anche perché il regolamento interno impone riserbo su questioni del genere. Non solo. Poco gradita è la posizione di conflitto di interessi che riguarda Bollorè, in affari con due concorrenti di Generali. Ha una quota del 5% in Premafin e ha “significativi rapporti societari” (a detta della Consob) con la francese Groupama.

In tutto questo scenario va inoltre detto che i conti del Leone non brillano particolarmente, soprattutto se confrontati con quelli degli altri big europei. Il punto che va meglio è quello della raccolta, con una crescita del 3,8% rispetto al 2010 e premi per 73,2 miliardi. Altre cifre, ad esempio, quelle di Allianz: flussi pari a 106,6 miliardi e una crescita del 9,4%.

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Elisa D'Alto