Prima c’è stata una nota di risposta dell’azienda, che rivendica di avere sempre agito con “estrema trasparenza” , ispirandosi a “principi di corretta gestione” , “nell’esclusivo interesse” di tutti gli stakeholder. Poi sono venuti Della Valle, Lorenzo Pelliccioli, amministratore delegato di De Agostini, e una nota di Ferak e Effeti, che nelle Generali detengono il 3,5 per cento per conto di importanti investitori veneti. Nel panorama degli azionisti di rilievo non hanno invece comunicato Mediobanca, primo socio con il 13,2%, ma è nota la sua posizione di sostegno a consiglio e management, e Francesco Gaetano Caltagirone, che non ritiene di parlare fuori dal board.
La cronaca di Bocconi trova riscontro il quella di Giovanni Pons di Repubblica e di Riccardo Sabbatini del Sole 24 Ore. Della Valle ha detto che “Bolloré e il presidente di Generali Cesare Geronzi devono rassegnarsi a tenere giù le mani” dalle Generali e ha parlato di un “forte imbarazzo di fronte ad argomentazioni pretestuose e vaghe” sollevate da Bolloré in Consiglio. Scivolando un po’ nel personale Della Valle ha aggiunto: “Non vorrei pensasse che la facilità avuta nel prendersi un ruolo centrale in Mediobanca, con il minimo sforzo, sia riproponibile in Generali. I tempi sono cambiati. Una parte dei protagonisti di allora non ci sono più e in alcuni casi non sono più determinanti” .
Per Pellicioli, è “stupefacente che un consigliere nonché vicepresidente rilasci dichiarazioni fuori” dal Consiglio, “entrando nel merito di specifiche decisioni operative”; la nuova governance del Leone “ha finora funzionato correttamente”. In Generali ricorda Sabbatini, è in vigore un sistema “duale” con una comunicazione operativa (fa capo a Perissinotto) e una comunicazione istituzionale (affidata al presidente), “per la quale è previsto un riesame in un prossimo consiglio”.
Su come quest’ultima è gestita nelle scorse settimane era partito all’attacco Della Valle ed ora, con le parole di Pellicioli, è lecito attendersi un nuovo cda rovente. Pelliccioli ha sottolineato lo «impulso» dato da Perissinotto all’ammodernamento delle Generali. Secondo Pelliccioli, è stata assicurata “ampia trasparenza sulle decisioni aziendali e risultati”. Il Consiglio ha sempre avuto le informazioni adeguate per consentire a un consigliere, capace di esercitare il suo ruolo, di prendere le decisioni che gli competono, che non prevedono interferenze improprie nell’attività operativa”.
Va invece a Perissinotto “l’apprezzamento per i risultati del 2010, ottenuti in un contesto particolarmente difficile”.