Generali, la guerra è finita: stretta di mano tra Geronzi e Della Valle

MILANO – E’ una stretta di mano fra Cesare Geronzi e Diego della Valle a sancire, al termine del Cda della Generali, se non la pace, almeno un ritrovato equilibrio al vertice della compagnia e della finanza italiana.

Il numero uno della Tod’s, che all’inizio nel mese ha aperto le ostilità chiedendo al Leone di cedere il 3,7% vincolato al patto della casa editrice, può ritendersi soddisfatto.

D’ora in poi anche sulle partecipazioni legate a patti di sindacato, ossia Rcs, Pirelli e Mediobanca, decide l’amministratore delegato Giovanni Perissinotto e non più, come prima, tutto il comitato esecutivo.

Il presidente del Leone, d’altra parte, conserva il suo posto nei tre salotti buoni della finanza. Nessuno dei soci del resto cercava lo strappo sul tema della rappresentanza, che sarà nel caso affrontato alla scadenza degli accordi parasociali che regolano le tre aziende.

L’intesa del 23 febbraio è stata raggiunta dopo ore di discussione a tratti anche dura, nel corso della quale si sarebbe formato un consenso ampio all’interno del board sulla necessità di fare chiarezza sui ruoli. Da più parti sarebbe stato sollevato il tema del danno creato alla compagnia dalla recente intervista di Geronzi al Financial Times su possibili interventi nelle banche e nello Stretto di Messina e delle conseguenti dimissioni del patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, in polemica con quelle esternazioni.

In particolare gli amministratori indipendenti avrebbero fatte proprie le posizioni di Della Valle. Da qui la volontà, condivisa, di trovare un accordo e di smettere con le ostilità. D’ora in poi la quota nel gruppo del Corriere Della Sera, così come il 4,4% in Pirelli e il 4,5% in Mediobanca non sono più considerate strategiche e, nel rispetto delle regole dei rispettivi accordi parasociali, Perissinotto potrà decidere di cederle.

Su queste e altre partecipazioni, gestite a riserva a fronte degli impegni degli assicurati, il capoazienda potrà agire senza i vincoli legati al valore dell’investimento. E valuterà sulla base della convenienza economica e non di altre ragioni, come quelle ‘relazionali’, che finora hanno guidato le scelte della compagnia nelle società della Galassia che ruota intorno a Mediobanca

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Emiliano Condò