MILANO – Che sarebbe stato un consiglio di amministratore turbolento lo si sapeva, ma che Cesare Geronzi abbandonasse la partita non era previsto. Nemmeno il tempo di formalizzare la mozione di sfiducia presentata da otto consiglieri e Geronzi si è già dimesso dalla presidenza. E il titolo della compagnia, cauto in avvio, guadagna subito il 4,72% a 16,2. Geronzi si è dimesso anche dall’incarico nel consiglio di amministrazione delle Generali e lascia anche quello nei patti di Rcs MediaGroup e Pirelli, oltre alla Rcs Quotidiani, secondo quanto scrive l’Ansa.
Il consiglio fissato da Geronzi era del resto stato forzato dall’intenzione di almeno otto consiglieri di chiederne comunque una convocazioneli. Tra gli otto ci sono ad esempio i tre consiglieri indipendenti eletti da Assogestioni, intenzionati a riportare la gestione Generali su binari più consoni, ma c’è anche Diego Della Valle, colui che parrebbe aver acceso la miccia del dibattito esploso anche in pubblico attorno al Leone. Ci sono poi gli stranieri Reinfried Pohl e quel Kellner patron della ceca Ppf di cui Vincent Bolloré aveva criticato pesantemente la join-venture con Generali stessa. C’è il plenipotenziario della De Agostini Lorenzo Pellicioli, che negli ultimi mesi si è speso nell’ombra sul miglioramento della governance Generali, e a volte sembrerebbe in collegamento con Mediobanca. Infine, Angelo Miglietta della Crt, recente azionista di peso del Leone (seppur di ritorno), che per il ruolo giocato negli ultimi mesi è a pieno titolo ascrivibile tra i soci privati che nella compagnia stanno creando un secondo fronte di potere, accanto a quello di Piazzetta Cuccia.
Al di fuori degli otto “dissidenti”, tra le posizioni più significative oltre naturalmente a Geronzi, c’è quella del group Ceo Giovanni Perissinotto, fermamente intenzionato a trovare un chiarimento. Non è chiaro se gli ultimi giorni abbiamo smussato la sua posizione, ma ancora pochi giorni fa era intenzionato, a seconda di come si sarebbe sviluppato l’incontro, a non escludere di portare al Cda la scelta di un esposto Consob sulle dichiarazioni di Bolloré e del consigliere di Mediobanca Tarak Ben Ammar. Bolloré e’ l’uomo che ha dato il primo vero strappo sulle Generali, sollevando la ‘campagna’ sugli accordi con Ppf, dando battaglia nel consiglio del 16 sui conti e finendo quindi, isolato dal resto del board, per astenersi sul voto sul bilancio.