Dopo la designazione di Paolo Vagnone a contry manager di Generali, giudicata ”una decisione importante che intende dare ulteriore impulso alla nostra operatività in Italia”, ”si dovranno introdurre altre essenziali funzioni”. Lo ha detto il presidente della compagnia, Cesare Geronzi, in un incontro a Milano coi dipendenti.
Geronzi ha parlato, a livello di holding, di introdurre le figure di un Chief investment officer e di un Chief risk officer, definite ”essenziali in un contesto di ‘pesi e contrappesi’, ma anche di tempestività delle decisioni”.
”Il Comitato esecutivo del 10 dicembre ha designato all’unanimità Paolo Vagnone titolare della direzione Italia, insomma il country manager. Il procedimento si completerà con il Consiglio di amministrazione del prossimo 16 dicembre. Si tratta di una decisione importante che intende dare ulteriore impulso alla nostra operatività in Italia, tenendo conto della diversificata geografia economico-finanziaria del territorio nazionale, degli spazi che si aprono con le innovazioni istituzionali in corso di attuazione – si veda, innanzitutto, il federalismo fiscale – dell’evoluzione dei bisogni della clientela effettiva e potenziale”, ha osservato Geronzi.
”Una decisione, prima conseguenza della revisione organizzativa, sulla cui necessità ho insistito dal momento dell’assunzione della carica di presidente e che risponde ai criteri da me indicati da tempo, trovando piena adesione nel vertice operativo”, ha aggiunto.
”Ma le innovazioni – prosegue il banchiere romano – non si concludono con l’introduzione del country manager. Questa costituisce un importante tassello, ma non rimarrà isolata. Il disegno complessivo è articolato, ma presenta strette coerenze per una Compagnia che intende accentuare il protagonismo. Si dovranno introdurre altre essenziali funzioni. Soprattutto a livello di holding, si tratta delle funzioni di Chief investment officer e di Chief risk officer, essenziali in un contesto di ‘pesi e contrappesi’, ma anche di tempestività delle decisioni”.
”Vanno, poi, puntualizzati i ‘riporti’ – e le connesse attribuzioni dei referenti – e le autonomie, definite le eventuali forme di raccordo collegiale interno. Ne risulterà una governance in senso lato ulteriormente rafforzata. Insomma, si attuerà, anche in progress, una organica rivisitazione, che prenderà le mosse dal sovente ricordato studio di Boston Consulting”, conclude il presidente del Leone.
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