Generali: il 6 aprile la resa dei conti. Geronzi convoca il cda

Cesare Geronzi

MILANO – Generali alla resa dei conti con un consiglio di amministrazione convocato dal presidente Cesare Geronzi il 6 aprile. E’ atteso per quella occasione il chiarimento decisivo sul Leone, dopo ben due mesi di polemiche serrate, giunte al culmine con l’astensione sui conti del vice presidente Vincent Bolloré al board del 16 marzo e le successive dichiarazioni infuocate di gran parte del consiglio.

Generali ha intanto chiarito meglio gli accordi con l’alleato ceco Petr Kellner, su richiesta Consob, affermando che non ci sono obblighi di acquisto incondizionati rispetto all’opzione di uscita in mano a Ppf. La decisione del numero uno delle Generali di convocare il Cda il 6 aprile, al posto di un comitato esecutivo originariamente in agenda per tale data, è arrivata dopo il pressing crescente degli ultimi giorni da parte di diversi componenti del Cda e dei soci, intenzionati a chiedere a gran voce un chiarimento prima dell’assemblea degli azionisti del 30 aprile.

Negli ultimi giorni il malumore era andato coagulandosi attorno all’ipotesi di forzare la convocazione con la richiesta di almeno un terzo dei consiglieri. Alla conta avevano già risposto almeno in otto, apponendo la propria firma sulla richiesta: i tre indipendenti eletti da Assogestioni, Paola Sapienza, Cesare Calari e Carlo Carraro, il presidente Tod’s Diego Della Valle, il numero uno del gruppo De Agostini Lorenzo Pellicioli, il segretario generale della fondazione Crt Angelo Miglietta, il finanziere tedesco Reinfried Pohl e il patron del gruppo ceco Ppf Petr Kellner.

Potrebbe aver aderito anche l’A.d Eni Paolo Scaroni. Che poi la lettera sia partita o meno, la presidenza delle Generali l’ha comunque considerata non pervenuta procedendo comunque autonomamente a una convocazione del consiglio. All’ordine del giorno figurano i rapporti con le authority, ovvero Isvap e Consob, a vario titolo intervenute negli ultimi giorni, la comunicazione della presidenza e le diverse informazioni apparse sulla stampa dopo il Cda di bilancio del 16 marzo.

Al Cda potrebbe arrivare anche la valutazione avviata dal capo azienda Giovanni Perissinotto su un possibile esposto alla Consob sulle ultime vicende, ma molto dipenderà dal clima che si creerà nei prossimi giorni. Circa i rapporti con Kellner, Generali ha escluso di aver prestato garanzie a favore dell’imprenditore ceco o del suo gruppo, e ha chiarito che l’impegno finanziario che si potrebbe presentare agli inizi di luglio 2014 non è stato registrato come debito perché  non c’è un obbligo incondizionato ad acquistare la quota. Se Kellner vorrà vendere il suo 49% della joint venture ci saranno diverse ipotesi: un’offerta pubblica iniziale (Ipo) di una quota fino al 75% di Generali Ppf Holding (in cui verrebbe venduta l’intera sua partecipazione), una vendita a terzi della quota Ppf, o l’attivazione di una procedura d’asta finalizzata alla cessione della quota stessa.

La compagnia del Leone, che sottolinea tra l’altro che negli accordi del 2007 sulla creazione della joint venture non ha dovuto riconoscere a Kellner un premio di maggioranza, ha anche segnalato che le decisioni sull’alleanza sono state prese ”con voto unanime dal consiglio di amministrazione e dal comitato esecutivo di Generali”. Quanto al prezzo da corrispondere a Kellner, sarebbe il più alto tra il valore di mercato della quota (fair market value) e quello risultante tra i 2,5 miliardi del prezzo minimo garantito, meno i dividendi percepiti da Ppf, più gli interessi del finanziamento bancario ottenuto dal gruppo di Kellner, delle obbligazioni emesse da Ppf e sottoscritte da Generali e di altri eventuali apporti di capitale fatti da Ppf (per sostenere la crescita della Jv o mantenere i livelli di solvibilità al 150%).

Sarebbero intanto stati sentiti lunedì 28 marzo dalla Consob il responsabile del bilancio della compagnia Massimo Romano, assieme al responsabile dell’ufficio affari legali e societari, l’avvocato Oliviero Pessi. L’incontro si sarebbe tenuto in un clima sereno e collaborativo, ripercorrendo i termini dell’operazione, e la sensazione è che l’autorithy abbia considerato esaustivo il comunicato. Martedì dovrebbero venir sentiti invece i revisori di PriceWaterhouseCoopers che certificano il bilancio Generali.

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Emiliano Condò