Germania: grandi opere e sprechi. L’altra faccia dell’efficienza teutonica

Germania: grandi opere e sprechi. Nella foto il cantiere dell’Elbiphilarmonie ad Amburgo sul corso dell’Elba

ROMA – Germania: grandi opere e sprechi. L’altra faccia dell’efficienza teutonica. Cantieri senza fine, varo con sindaco in fascia tricolore di opere non terminate, lievitazione indiscriminata dei costi, sprechi assortiti: non è l’Italia, troppo facile, e il tricolore si riferisce al giallo nero e rosso della Germania. Proprio così, la tanto decantata efficienza teutonica ha tutto l’aria di un altro mito da sfatare. L’elenco di nefandezze nella progettazione e nella messa in cantiere di grandi opere pubbliche fornito da Spiegel è sorprendente. “L’altra faccia dei tedeschi” (Daniel Mosseri, Il Giornale) ha una fisionomia per noi abbastanza familiare.

Prendiamo l’aeroporto di Kassel-Calden nel land dell’Assia: doveva costare 64 milioni di euro, il conto è quasi quadruplicato a 270 milioni. Dalla primavera scorsa, quando è stato inaugurato, non si è visto un cliente uno: ma 140 dipendenti da allora percepiscono regolare salario con il ristorante aperto come se niente fosse. Le perdite del primo anno sono già a 6 milioni. Non farà mai utili perché strangolato dalla concorrenza del vicino hub di Francoforte e lo scalo di Hannover.

Quanto a efficienza è emblematico il ritardo con cui si procede alla apertura di BER, il nuovo aeroporto di Berlino che due anni fa doveva sostituire Tegel e Shonefeld. E’ un’opera ambiziosa e avveniristica ma non si riesce a venire a capo di alcuni problemi tecnici come l’impossibilità di spegnere l’impianto di illuminazione e il sistema antincendio che non ne vuol sapere di funzionare. Risultato varo e differimento dell’apertura immediata: i costi sono schizzati da 1,2 miliardi di euro a 4,5, numeri da finanziaria.

E poi c’è il city tunnel di Lipsia (previsto per il 2009 è costato il doppio del mezzo miliardo preventivato) e l’Elbphi­larmonie di Amburgo, il mirabolante spazio dedicato alla musica, “110 metri di vetro e acciaio appog­giati su una base di mattoni, tre sale da concerto, una piazza pubblica 37 metri al di sopra dell’Elba, e, ancora, un albergo a cinque stelle con annessi 45 appartamenti di lusso”: costo iniziale 240 milioni, data di consegna il 2010, ma vedrà i costi crescere fino a 800 milioni e l’apertura ci sarà non prima del 2017. Per ora si può ammirare uno splendido modellino in scala.

Quello che non stupisce dell’altra faccia dei tedeschi è la responsabilità di ritardi e inefficienze: come al solito è una cattiva gestione politica il problema, unita a un rapporto quantomeno pericoloso con il sistema bancario, che il New York Times ha definito la vera zavorra d’Europa. Qui, come in Italia, Comuni e Regioni sperano di portare più lavoro e occupazione ma riescono solo a dilapidare il denaro pubblico alimentando sprechi e corruzione.

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Warsamé Dini Casali