BERLINO – L’uscita dal nucleare programmata dalla Germania non cambia solamente le forme di approvvigionamento energetico del paese. In questa congiuntura anche i rapporti di influenza tra i grandi gruppi industriali tedeschi sono in corso di mutazione. Tradizionalmente alleati dei partiti al governo, CDU e FDP, i rappresentanti delle più grande compagnie hanno compreso che un nuovo vento sta tirando in Germania e si stanno rapidamente adattando. Negli uffici degli alti rappresentanti del partito un tempo «nemico» dei Verdi si accumulano gli inviti da parte delle associazioni di imprese e delle camere di commercio.
La comunità industriale si sta adattando alle nuove realtà politiche del paese e lo sta facendo alla maniera tedesca, con pragmatismo e senso del dettaglio. Solo qualche mese fa, i manager dei grandi gruppi industriali imploravano il governo di tenere in funzione le centrali nucleari il più a lungo possibile. Oggi, abbandonando consuetudini politiche e relazioni vecchie di anni, stanno corteggiando il partito dei Verdi. I dirigenti d’azienda hanno scelto come loro nuovo politico di riferimento Winfried Kretschmann, dei Verdi, divenuto recentemente governatore del Baden-Württemberg. Quando incontra i leader industriali, Kretschmann riceve quel trattamento ossequioso e cortigiano, che un tempo era riservato ai conservatori.
Malgrado le esigenze della realpolitik e l’ormai ineluttabile uscita dal nucleare, gli industriali non sono tutti entusiasti del nuovo corso. Alcune compagnie, specialmente le grandi industrie della metallurgia e dell’energia elettrica, vivono con grande preoccupazione gli attuali cambiamenti energetici. Un tempo dominanti nelle associazioni degli industriali, colossi come E.on e RWE, si trovano adesso in minoranza e non riescono più a imporre la loro voce. La BDI, la Confindustria tedesca, è stata recentemente spiazzata dalla decisione della BDEW, l’associazione delle industrie dell’energia elettrica e dell’acqua, di appoggiare la decisione del governo sull’uscita dal nucleare. I grandi gruppi industriali non riescono più a far valere il loro tradizionale peso.
Quello su cui tutti gli industriali sono d’accordo è l’esigenza di sussidi pubblici. Angela Merkel ha annunciato che un ingente piano di aiuti statali sarà messo a disposizione della nuova fase. Le aziende di energie rinnovabili riceveranno degli incentivi, mentre le compagnie metallurgiche – e in generale i più grandi consumatori di elettricità – avranno dei risarcimenti.
In questa fase di contrattazione, quando i giochi non sono ancora fatti, ognuno cerca di trarre il più grande profitto ed un attività di lobbying industriale è già intensamente avviata. I produttori di macchine vogliono gli incentivi per le macchine elettriche, i produttori di elettrodomestici quelli per i macchinari domestici a efficienza energetica, le centrali nucleari e i grandi consumatori di energia vogliono dei sussidi, etc.
Ogni industriale vuole qualcosa e, soprattutto, non vuole farsi cogliere impreparato. L’ecologia è in Germania ormai parte della realpolitik industriale. In molti casi ci sarà senz’altro poca convinzione sui principi, ma senz’altro molta efficienza.