Giappone: Moody's spinge su riforme, rating in mirino

– TOKYO, 31 MAG – Bocciatura vicina per il Giappone: Moody's mette sotto osservazione i rating per ''un possibile downgrade'', con i timori legati a una risposta politica debole di fronte a una crescita economica incerta, nel giorno in cui le opposizioni hanno chiarito i dettagli sull'imminente mozione di sfiducia non vincolante contro il premier Naoto Kan. Terminato il giro dei 'warning' sull'outlook, cambiato da 'stabile' a 'negativo' dalle 3 principali agenzie internazionali di rating (S&P's e Fitch sono le altre due), Moody's fa la prima mossa e, in una nota, annuncia la revisione dei giudizi di 'Aa2' su debito in valuta locale ed estera. ''L'azione politica debole renderebbe piu' difficile la capacita' di Tokyo di centrare target credibili sulla riduzione del deficit/debito''. Il processo ha due momenti, spiega Thomas Byrne, analista senior del rischio sovrano dell'agenzia: il primo e' un esame ''su scopi, ambito di efficacia e tempestivita''' delle riforme fiscale e del welfare che il governo dovrebbe presentare a fine giugno, negli sforzi di riordino dei conti pubblici col rapporto debito/Pil al 200%, ''il peggiore tra i Paesi sviluppati''. Con il secondo, ''cercheremo di avere una migliore idea dei costi di breve e lungo termine su finanze pubbliche e impatto economico'' del sisma/tsunami dell'11 marzo, compresi ricostruzione e oneri miliardari eventuali che il governo potrebbe sostenere per conto della Tepco, il gestore della disastrata nucleare di Fukushima. Per il governo e' una lotta contro il tempo per evitare una pericolosa bocciatura, visto che l'iter si chiude in tre mesi. La mossa di Moody's ''bisogna interpretarla come segnale con cui i mercati ci spingono a essere virtuosi'', ha detto il ministro dell'Economia Kaoru Yosano, sostenitore del rigore dei conti. Il premier Kan, oltre all'azione delle opposizioni e al tonfo nei sondaggi per la gestione non impeccabile dell'emergenza dello stunami e del nucleare, deve misurarsi con la fronda in crescita nel suo partito, i Democratici. Esponenti di peso, come l'ex presidente Ichiro Ozawa e l'ex primo ministro Yukio Hatoyama, puntano alle sue dimissioni e rendono difficile il vialibera al piano per portare l'Iva dall'attuale 5% al 10% entro il 2015. L'aumento del gettito fiscale, tra l'altro, e' la priorita' per coprire le spese del welfare in rialzo annuo di 1.000 miliardi di yen (circa 8 miliardi di euro). Segnali non promettenti giungono dalla disoccupazione: in aprile e' salita su base mensile dello 0,1%, al 4,7%, e la rilevazione non copre del tutto l'impatto del disastro di marzo in quanto esclude i dati delle tre principali prefetture colpite (Iwate, Miyagi e Fukushima). .

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