Giudici tributari, il presidente: “Tanti arretrati perché mancano i segretari”

Gli arretrati della giustizia tributaria non sono imputabili ai giudicia tributari, ma alla mancanza di personale di segreteria, che “rappresenta un elemento decisivo per riuscire a smaltire il contenzioso: ne è convinta Daniela Gobbi, presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria.

La presidente dell’organo di autogoverno della giustizia tributaria spiega al Sole-24 Ore che il personale stesso di segreteria ha chiesto di non portare più di dieci fascicoli per ciascuna udienza. “Anche dalle sezioni regionali della Commissione tributaria centrale – continua Gobbi – i presidenti segnalano le carenze di organico del personale di segreteria. Potremmo tranquillamente smaltire l’arretrato entro il 2012, ma in questa situazione diventa più difficile”.

Sulla mancanza di personale parla anche Enzo Priore, presidente del coordinamento nazionale del personale delle commissioni: “Siamo pochi. Ormai siamo rimasti solo in 2.200. Poi ora c’è anche la questione della scansione delle sentenze che ci chiedono di fare per l’agenzia delle Entrate. Ci toglie altre energie a favore di una delle parti del processo”.

Per di più la presenza di professionisti nelle commissioni pone la questione dell’incompatibilità tra l’occupazione professionale del giudice e l’attività, pur sempre part time, di giudice. “Ne siamo consapevoli – dice Gobbi – tanto che in questa consiliatura abbiamo ulteriormente approfondito la quantità di richieste che facciamo annualmente ai giudici per valutare situazioni di incompatibilità”.

Terza questione, scrive sempre il Sole-24 Ore, è quella dei compensi dei giudici tributari: “Percepiamo un compenso inferiore a qualsiasi altra magistratura onoraria, denuncia Gobbi. Eppure ci è richiesta una professionalità maggiore, visto che siamo anche giudici comunitari, e in quanto tali siamo chiamati anche eventualmente a disapplicare le norme nazionali. È una situazione non compatibile con questi compensi”.

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Maria Elena Perrero