NEW YORK, 31 MAG – Goldman Sachs aveva proposto al fondo sovrano controllato da Gheddafi di diventare uno dei suoi maggiori azionisti dopo che l'investimento da 1,3 miliardi di dollari effettuato all'inizio del 2008 dal fondo sovrano libico nella banca aveva perso il 98%. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che le trattative fra l'istituto e il fondo sovrano si sono protratte per diversi mesi nell'estate del 2009 per poi fallire. ''L'alleanza'' fra Goldman e la Libia ''e' finita in perdite e acrimonia''.
''L'esame dell'episodio getta luce su un periodo di diversi anni in cui Goldman Sachs e altre banche occidentali si sono affrettate per fare affari con i paesi ricchi di petrolio'' mette in evidenza il Wall Street Journal. Il fondo sovrano libico ''era furioso per la perdita sull'investimento'' e un incontro fra i rappresentanti di Goldman e quelli libici era stato cosi' violento che Goldman aveva assunto delle guardie del corpo per i propri rappresentanti fino a quando questi non hanno lasciato il paese. Per ricucire i rapporti con i libici sono stati coinvolti l'amministratore delegato Lloyd Blankfein e il chief financial officer David Viniar. Nel 2004 gli Stati Uniti hanno tolto alcune sanzioni che vietavano alle aziende americane di fare affari o investire in Libia dopo che Gheddafi si era impegnato ad abbandonare le armi di distruzioni di massa e pagare le vittime di Lockerbie. Alla fine dello scorso giugno il Libyan Investment Authority aveva asset per 53 miliardi di dollari e quest'anno gli Stati Uniti hanno congelato 37 miliardi di dollari di asset della Libia.