Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto legge anti crisi, che contiene le misure per le imprese e le famiglie. Il bonus riguarderà i nuclei famigliari con un reddito fino a 22. 000 euro e l’importo dipenderà dal numero dei componenti. Ecco, nel dettaglio, l’articolazione del bonus prevista nella bozza del decreto anticrisi: ai pensionati single con un reddito fino a 15. 000 euro andranno 200 euro; 300 euro saranno assegnati alle famiglie di 2 persone con un reddito fino a 17. 000 euro; 450 euro alle famiglie di 3 persone con reddito sempre fino a 17. 000 euro; 500 euro andranno alle famiglie con 4 componenti e un reddito fino a 20. 000 euro; bonus di 600 euro per i nuclei di 5 persone con un reddito di 20. 000 euro; 1000 euro alle famiglir con più di 5 componenti e un reddito fino a 22. 000 euro. Un bonus di 1000 euro sarà assegnato anche alle famiglie con un reddito fino a 35. 000 euro e con una persona handicappata tra i componenti. Per le imprese è confermato il taglio di 3 punti degli acconti Ires e Irap.
Inoltre, gli aumenti tariffari delle autostrade non saranno applicati per il primo semestre del 2009. È quanto prevede l’articolo 3 del decreto anti-crisi esaminato in preconsiglio dei Ministri. Non sarà inoltre applicato il price cup sulle tariffe di pedaggio di tutte le autostrade. Restano comunque validi i contratti di concessione e le relative previsioni tariffarie. Inoltre, entro il 30 giugno del prossimo anno, sarà approvato un Dpcm con un «piano organico di azioni» presentato dal ministero delle Infrastrutture «mirato a creare le condizioni per accelerare i piani di investimento dell’intero comparto autostradale». In arrivo anche agevolazioni sulle bollette del gas.
Niente sgravi fiscali sugli straordinari, ma aumento della soglia per la detassazione dei premi e del salario di produttività da 30 mila a 35 mila euro. È questa una delle novità contenute nella bozza del decreto legge anti-crisi. Raddoppia poi la parte di reddito sulla quale si applicano gli sconti, passando dagli attuali 3mila a quota 6mila.
Per i mutui variabili sulla prima casa, stipulati fino al 2008, il tasso d’interesse non potrà superare il 4% nel 2009. Mentre per i nuovi mutui il saggio di riferimento sarà quello fissato dalla Bce. Le rate dei mutui a tasso non fisso da corrispondere nel 2009, si legge nel testo, «è calcolato con riferimento con riferimento al maggiore tra il 4% senza spread, spese varie o altro tipo di maggioranza e il tasso contrattuale alla data di sottoscrizione del contratto». La differenza tra gli importi, a carico del mutuatario, delle rate determinati con il provvedimento e quelle derivati dall’applicazione delle condizioni contrattuali dei mutui «è assunta a carico dello Stato». I contratti con mutuo a tasso variabile che saranno sottoscritti a partire dal primo gennaio 2009, saranno indicizzati al tasso di riferimento principale della Bce.
Infine sottoscrizione pubblica di obbligazioni bancarie speciali per garantire il finanziamento dell’Economia, meglio nota come i ’Tremonti-bond’. La bozza di decreto anti-crisi discussa in preconsiglio contiene all’articolo 12 l’intervento più volte annunciato per sostenere le banche e garantire la liquidità al sistema che modifica in parte i due decreti già all’esame del Parlamento