ROMA – Dopo mesi di negoziati, sembra essere il 'default selettivo' l'opzione piu' probabile che i leader europei hanno in serbo per la crisi della Grecia. Anche se, in realta', si tratta di un concetto che esiste principalmente nella terminologia di Standard & Poor's, che a differenza di Moody's e Fitch prevede accanto al rating 'D' (default generale) anche 'SD' (selective default, appunto).
E che agli inizi di luglio aveva lanciato l'allarme: il piano di 'rollover' di cui si parla della Grecia equivale ad un default selettivo.
Secondo l'Almanacco dei banchieri (www.bankersalmanac.com) ''il rating 'SD' e' assegnato quando Standard & Poor's ritiene che il debitore abbia deciso di non adempiere ad una specifica emissione di titoli, o classe di obbligazioni, ma che continuera' a rispettare le obbligazioni su altre emissioni o classi di obbligazioni in maniera puntuale''.
Si tratta insomma di un default – cioe' mancato rispetto dei rimborsi di un'obbligazione a scadenza – ma che a differenza del default generale e' limitato a certi titoli e non si protrae nel tempo. Una soluzione piu' 'soft' nonostante le richieste pressanti di Jean-Claude Trichet, che negli scorsi mesi aveva lanciato un monito contro ogni ipotesi di default, anche selettivo.
La Bce era arrivata a minacciare di non accettare piu' titoli greci come collaterale fornito dalle banche a garanzia della liquidita' che ricevono. L'ipotesi di default, ancorche' selettivo – e' il ragionamento che fanno alla Bce – rischia di rientrare comunque nella classificazione di default da parte delle agenzie di rating, e far scattare i contratti 'credit-default swap' con cui ci si assicura dal rischio-insolvenza.
Con un possibile effetto-domino che rischia di allargare a macchia d'olio il contagio verso altri Paesi nell'area euro.
