Il sindacato comunista Pame ha annunciato la sua adesione allo sciopero generale dell’8 luglio contro la riforma delle pensioni, convocato dalle Federazioni del pubblico impiego, Adedy, e del settore privato, Gsee e che paralizzerà la Grecia per la sesta volta dall’inizio della crisi.
Lo sciopero di 24 ore coinciderà con il dibattito parlamentare sul ddl per la riforma previdenziale che i sindacati definiscono ”un barbaro attacco” contro le conquiste dei lavoratori. Malumori e contrasti sulla riforma sono emersi anche in seno al partito di governo Pasok e il premier George Papandreou ha invitato a non spaccarsi su un tema fondamentale per il futuro del paese. Ed ha assicurato che la Grecia ”è sulla buona strada” per un risanamento difficile ma necessario.
I greci sono divisi a metà sulla riforma delle pensioni, secondo i sondaggi, tra chi la respinge e chi la considera ingiusta e necessaria. Ma l’austerity comincia ad erodere i consensi del partito socialista al governo, il Pasok, anche se rimane di gran lunga la prima forza politica. In forte ascesa il Partito comunista (Kke) che, con lo slogan ”prendiamo la situazione nelle nostre mani”, guida la lotta politica e di piazza contro la linea Papandreou.