GRECIA, ATENE – Con l’arrivo del nuovo anno torneranno ad Atene, probabilmente il 15 gennaio, anche i rappresentanti della troika (Fmi, Ue e Bce) per riprendere le verifiche sull’andamento dei conti e delle riforme in Grecia. E per tentare di chiudere una serie di questioni “scottanti”, come le ha definite il rappresentante del Fmi, Paul Tomsen, tra cui l’assegnazione da parte dell’Ue della tranche da 3,1 miliardi nella riunione dell’Eurogruppo del 27 gennaio e la questione del “buco” da 1,2 miliardi nel bilancio del 2014.
Solo dopo tutto questo, i rappresentanti dei creditori lasceranno la capitale ellenica per tornarci solo dopo lo svolgimento delle elezioni europee di giugno. Il governo, riferiscono i giornali ellenici, si presenta ottimista e conta su una sorta di tregua con la troika in quanto sa bene che l’assunzione della presidenza dell’Ue, cominciata mercoledi, gioca a suo favore, nel senso che nessuno a Bruxelles vorrebbe vedere la destabilizzazione politica del Paese proprio durante il semestre della presidenza.
Inoltre il governo di Atene punta molto sull’ufficializzazione da parte dell’Eurostat dell’avanzo primario nel bilancio del 2013, che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi. D’altra parte, però, l’esecutivo guidato dal premier Antonis Samaras non potrà fare a meno di attuare le misure previste dal memorandum, tra cui la riforma del settore pubblico, che passa attraverso il licenziamento di diverse migliaia di dipendenti statali entro la fine del 2014.
Per cominciare, prima del ritorno ad Atene della troika, il ministero della Riforma Amministrativa dovrà procedere al licenziamento di 4.000 statali per raggiungere il numero di 12.500 licenziamenti richiesti dalla troika per l’anno che si è appena concluso.