Grecia, Merkel: l’uscita dall’euro non è un’opzione

Angela Merkel

La Grecia deve fare la sua parte, ma una sua eventuale uscita dall’euro “non è un’opzione”. Stretta fra l’incudine delle imminenti elezioni nel Nord Reno-Westfalia e il martello del suo alleato di governo Guido Westerwelle (Fdp), la cancelliera tedesca Angela Merkel (Cdu) ha confermato che non farà sconti al premier Giorgio Papandreou, pur aprendo uno spiraglio di ottimismo sul previsto pacchetto di salvataggio.

“Ho fiducia nelle trattative tra il Fondo monetario internazionale, la Commissione europea e la Grecia” per la definizione di un piano di riduzione del deficit da parte di Atene, ha detto la cancelliera durante un incontro con i media convocato in fretta a furia. Il piano, ha aggiunto, verrà presentato “all’inizio di maggio” e la Germania non si pronuncerà fino ad allora. Fino ad allora, una cosa è certa: “La Germania aiuterà (la Grecia) se le condizioni saranno rispettate” ed è “importante che la Grecia mostri in modo credibile che va verso uno sviluppo durevole per ritrovare la sua forza economica e finanziaria”. Vale a dire: “Noi daremo il nostro contributo, ma serve anche il contributo della Grecia”, ha detto la leader conservatrice che, come aveva già fatto in mattinata il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble (Cdu), ha sottolineato: “La Germania si sente immensamente obbligata a mantenere la stabilità dell’euro”.

Solo qualche ora prima, intervenendo a Lussemburgo, Westerwelle aveva detto che la Grecia deve fare “i suoi compiti a casa” prima di ricevere un aiuto finanziario, mentre l’esperto della Fdp per le finanze, Hermann Otto Solms, era stato molto più critico: “E’ stato uno sbaglio mettere sul tavolo il barattolo del miele fin dall’inizio – aveva detto puntando il dito direttamente contro Schaeuble -. Per i greci questo è il segnale che devono solo servirsi”.

In Germania, quindi, la tensione sulla partecipazione di Berlino agli aiuti ad Atene è ancora alta. In ballo non c’é solo il contributo di circa 8,4 miliardi di euro che dovrebbe arrivare dall’esecutivo Merkel, ma anche i voti di milioni di elettori, quelli cioé che il prossimo 9 maggio verranno chiamati a rinnovare il governo del Nord Reno-Westfalia, attualmente guidato da una coalizione tra conservatori e liberal democratici (Cdu-Fdp). Se dovesse cadere in questo Land, il governo perderebbe la maggioranza al Bundesrat, la Camera alta dei rappresentanti regionali, dove oggi ha 37 seggi, solo due in più del minimo necessario. Anche per questo, la Merkel cerca di prendere tempo, ma soprattutto cerca di mantenere il difficile equilibrio con i liberal democratici che – decisi a mantenere le promesse elettorali – durante il fine settimana hanno proposto tagli fiscali per 16 miliardi di euro all’anno, a partire dal 2012.

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