Finmeccanica, Il Fatto Quotidiano: “Guarguaglini in affari con Pacini Battaglia”

ROMA – Pierfrancesco Guarguaglini, da poco riconfermato alla presidenza di Finmeccanica, sarebbe stato in affari con Pierfrancesco Pacini Battaglia, uno dei personaggi coinvolti in Tangentopoli. La vicenda è stata ricostruita da Marco Lillo sul Fatto Quotidiano.

Guargualini è riuscito, scrive Lillo, a essere confermato “nonostante le indagini del presente sui suoi manager e su sua moglie, e quelle del passato su di lui, ad ottenere la riconferma alla guida di un gruppo che vanta in Italia oltre 42.500 addetti, e 75.200 dipendenti in tutto, con ricavi per 18,7 miliardi di euro e ordini per 22,5 miliardi di euro”.

Lillo ha ripescato “una vecchia informativa della Guardia di Finanza del 1997 depositata nell’inchiesta della Procura di La Spezia sugli affari tra Guarguaglini e Pierfrancesco Pacini Battaglia, quando era emerso il suo ruolo nelle tangenti Eni nel 1992”.

Mentre il processo Eni “si è concluso per Pacini Battaglia con una condanna definitiva a sei anni – spiega Lillo – quello di La Spezia è finito con una doppia archiviazione. La stessa Procura chiese di archiviare l’indagine perché: “Il proposito di Pier Francesco Guarguaglini non risulta abbia mai avuto concreta esecuzione, concernendo le conversazioni intercettate e riportate nella nota dello Scico, solo espressione di intenti futuri e ancora generici”.

Secondo quell’informativa, prosegue Lillo, “l’accertamento ha permesso di confermare quanto già esposto circa il disegno criminoso posto in essere dal sodalizio Pacini-Guarguaglini, chiarendone le modalità operative e individuando le strutture societarie utilizzate. In particolare, dall’esame svolto è emerso, in maniera chiara e inequivocabile, il disegno criminoso ideato dal Pacini Battaglia con la partecipazione del Guarguaglini, rivolto a controllare, tramite alcune società lussemburghesi certe aziende italiane (Trs, Magint, Neftel)… Tale attività… era rivolta a sfruttare l’ormai prossima nomina del Guarguaglini quale “numero uno” dell’Alenia Spa”.

“In pratica, sottolinea Lillo, il Guarguaglini, una volta ricevuta la nomina, avrebbe elargito commesse alle società controllate anche dal medesimo, tramite le societa costituite insieme al Pacini. Così facendo, il sodalizio in indagine avrebbe distratto, di volta in volta, parte delle disponibilità economiche dell’Alenia Spa, senza in alcun modo figurare”.

Il Fatto Quotidiano riporta un’intercettazione di una conversazione tra Guarguaglini e Pacini Battaglia.

Guarguaglini : “Bisognerebbe fare una riunione con Della Spina”.

Pacini Battaglia: «Quando vuoi?»

G: “E è possibile venerdì… Della Spina sta per avere un ordine di 3/400 milioni direttamente dall’Alenia…”.

PB: “Lo prende come Trs?”.

G: “No, lo fa in Magint”.

PB: “Ah. Perché noi si era detto che Della Spina lo lasciamo solo alla Trs e non lo facciamo occupare tanto dalla Magint…”. (…)

PB: “Sai cosa si fa? Fra me e te, si chiude la Magint e si passa tutti gli ordini alla Trs. E si carica la Trs. Perché guardiamo di capirsi fra me e te: io sono convinto che gli ordini che l’Alenia fa alla Magint li può risolvere tranquillamente la Trs… E se non sei convinto…..ricordati bene che la Trs, se tu gli dai fuoco e noi si riesce ad aiutarla, è un’azienda che ti può rendere comodamente un miliardo, due miliardi l’anno!”.

G: “Dal primo anno facciamo due miliardi di base”.

Nonostante la pubblicazione sul Sole 24 ore delle intercettazioni, rileva Lillo, “nessuno ha chiesto conto al manager pubblico. Nemmeno dopo avere scoperto una circostanza inquietante: la Trs, che la Guardia di Finanza allora considerava parte del disegno criminoso, avrebbe ricevuto negli ultimi anni da Finmeccanica, commesse per un centinaio di milioni di euro, da sola o in consorzio con altre imprese”.

Invece, spiega Lillo, “Il Fatto Quotidiano ha scoperto che nell’informativa della Guardia di Finanza sono citate altre conversazioni nelle quali Guarguaglini afferma che il presidente di una società amica, (Tesis Spa) Paolo Neri, avrebbe ottenuto un appalto da un miliardo garantendo il 10 per cento, pari a 100 milioni, all’ex ministro Scotti. Questa vicenda non è stata riscontrata e quindi non ha alcun rilievo penale ma è interessante riportare le parole di Guarguaglini perché sono indicative della cultura aziendale del presidente di Finmeccanica”.

Ma quell’azienda, sostiene il giornalista,  “secondo la Guardia di Finanza – a sentire le parole dette nelle intercettazioni da Pacini Battaglia – sarebbe stata compartecipata proprio da Pacini e da Guarguaglini”.

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Alberto Francavilla