da: Corriere della Sera
Due anni or sono, quando il cambio fra dollaro ed euro raggiunse 1,34, il Cotonificio Albini, che dalle valli bergamasche serve le maggiori catene americane (Banana Republic, Crew, Brooks Brothers), si trovò in difficoltà : con un euro così forte esportare negli Stati Uniti diventava praticamente impossibile. Anziché abbandonare, l’azienda decise di trasformarsi: una nuova organizzazione del lavoro con un uso intenso di tecnologia, un nuovo stabilimento (in Puglia, non in Cina), nuovi disegni, spostamento degli acquisti verso l’area del dollaro e delle vendite verso la Russia, l’Oriente, l’America Latina, i Paesi che crescono di più. Oggi il cambio fra l’euro e il dollaro è 1,43 ma l’azienda prospera.
La Banca d’Italia ha analizzato un campione di 4.200 piccole e medie imprese per capire che cosa hanno fatto negli ultimi cinque anni. Ne emerge il ritratto di un mondo pieno di vita: alcune aziende marginali sono uscite dal mercato ma quelle che sono rimaste hanno investito, soprattutto a monte (in ricerca e sviluppo e in nuovi prodotti) e a valle (marchi, distribuzione in mercati lontani). Molte sono anche riuscite nel passaggio più difficile, quello generazionale, dal padre fondatore ai figli e ai nipoti, più raramente al mercato.
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