ROMA – Mettere i giornalisti nel ''calderone'' delle liberalizzazioni e' sbagliato. E' la tesi del presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Enzo Iacopino, che oggi in un intervento pubblicato sulla Stampa ne spiega i motivi. Senza l'Ordine ''sarebbe giungla'', dice, ad esempio in ambito deontologico. ''Basti pensare – afferma – al rispetto che le nostre regole hanno imposto a tutela dei minori. Non ci sono leggi dello Stato ma c'è la Carta di Treviso''. ''Non ci sono limiti all'accesso alla nostra professione – prosegue Iacopino – né territoriali né quantitativi; si deve partecipare a corsi di formazione che in alcuni casi durano già i 18 mesi previsti dalle nuove norme.
E, di grazia, qual è l'attività economica che i giornalisti esercitano? Il solo contatto che abbiamo con l'economia è che in decine di migliaia tra noi vengono pagati poco: anche meno di due euro lordi ad articolo, senza distinzione alcuna tra professionisti e pubblicisti, con questi ultimi che hanno mutato identità e sono sempre più linfa vitale per l'informazione''.
