ROMA – Le movimentazioni bancarie verso San Marino dei contribuenti italiani sono un libro aperto per la Guardia di Finanza che conosce l’identikit di tutti i 27mila connazionali che tra il 2009 e il 2014 hanno effettuato operazioni finanziarie con la Repubblica.
Tra le migliaia di nomi ce n’è una quota rilevante segnata in rosso, compresi soggetti qualificati come criminali “di spessore”, cioè con precedenti penali e coinvolti in diversi reati.
La GdF ha già trasferito l’elenco dei nomi ai magistrati di Forlì che fino ad oggi hanno fatto emergere redditi nascosti al fisco per oltre 850 milioni di euro e un’Iva evasa per 123 milioni.
Ma i risultati dell’inchiesta svelano solo la punta dell’iceberg: nel mirino delle Fiamme Gialle c’è infatti un tesoro nascosto al fisco italiano del valore di almeno 22 miliardi di euro (senza contare i residenti a San Marino e i residenti all’estero).
Bisognerà vedere adesso quanti degli evasori avranno aderito alla voluntary disclosure (di cui si annuncia una proroga al 30 novembre). Ma se non aderiscono ora rischiano grosso, perché basterà un clic per incrociare i dati e svelarne la natura criminale di evasore. Tanto più che con il reato appena introdotto di autoriciclaggio chi non aderisce alla voluntary e viene beccato va in galera.