ROMA – ''Attraverso le loro banche, dovremmo conoscere loro. Il maggior rischio alla stabilita' finanziaria dell'Italia e' lo stato precario del suo settore finanziario''. Inizia cosi' una Lex Column che il Financial Times dedica alle banche italiane, che, secondo il quotidiano della City, oltre ad una debolezza dell'economia, pagano anche ''propri difetti strutturali''.
La minaccia alle banche dal debito sovrano ''e' decisamente reale'', visto che secondo le stime di Rbs i primi sei istituti nazionali detengono 200 miliardi, circa il 13%, del debito italiano in circolazione. Ma anche ''la percepita mancanza di capitale va tenuta in considerazione''. Ad eccezione di Unicredit e Intesa Sanpaolo, le altre banche soffrono di bassa capitalizzazione. ''Il problema maggiore – aggiunge pero' il Ft – e' il loro modello di crescita a lungo termine. L'Italia e' un'economia a crescita zero e ha troppe banche di medie dimensioni, che hanno di fronte anni di margini ridotti e bassa crescita di prestiti. Un governo attivo sulle riforme potrebbe risolvere le cause economie'' ma questo ''e' molto lontano, quindi gli investitori dovrebbero sperare per un nuovo round di aumenti di capitale sotto il livello degli istituti di maggiori dimensioni. I problemi del settore potrebbero velocizzare il processo''.
