MOSCA – Il made in Italy sbarca nel Caucaso del Nord: una sfida in una regione difficile, con forti tassi di disoccupazione e rigurgiti terroristici ma che e' una delle priorita' del governo russo. Per sviluppare questa regione, l'esecutivo di Vladimir Putin ha previsto un piano sino al 2025 con investimenti per oltre 450 miliardi di rubli (piu' di 11 mld di euro) e la garanzia federale pari al 70% del valore degli investimenti e dei progetti eseguiti: una anomalia, quest' ultima, rispetto alle normali politiche di sviluppo regionali.
Si tratta di una grande opportunita' per le pmi italiane, ma anche per le grandi aziende: Enel ha inaugurato nei giorni scorsi a Nevinnomisskaya il suo primo impianto di generazione realizzato in Russia, che servirà anche garantire l'elettricità per le Olimpiadi Invernali di Soci 2014, mentre il gruppo Armani ha firmato un accordo per la gestione di un hotel a cinque stelle nella zona di Piatigorsk. Sberbank, inoltre, sta cercando di convincere la Fiat a investire nella Derways, che ha sede a Cherkessk, capitale della repubblica autonoma di Karacaievo-Cerkessia.
In questo contesto decolla il progetto ''Italy meets Caucasus'', che domani e dopodomani portera' decine di imprese italiane a Stravropol per la prima di una serie di workshop in tutto il Caucaso russo.
''Lo sviluppo economico e sociale del nuovo distretto federale del Caucaso, che comprende le regioni di Stavropol, le repubbliche di Kabardino-Balkaria, Karaciaevo-Cerkessia, Ossezia del nord, Daghestan, Cecenia e Inguscezia, come ha ribadito il presidente russo Dmitri Medvedev, e' una delle priorita' del governo russo'', ha spiegato all'ANSA alla vigilia dell'evento Pierpaolo Lodigiani, console onorario italiano a Krasnodar e tra i promotori dell'iniziativa. ''Si creano rilevanti opportunita' per le imprese italiane che decideranno di affrontare queste regioni, sia da un punto di vista commerciale che per i propri investimenti sul territorio'', ha proseguito, sottolineando che ''il progetto servira' per conoscere meglio il territorio e gli operatori locali, con meeting, tavole rotonde e incontri mirati''.
Sono gia' state individuate, precisa, ''alcune aree economiche di riferimento privilegiate, tra cui l'energia, l'agricoltura, l'allevamento e l'agroalimentare, la chimica e la petrolchimica, nonche' il turismo per lo sviluppo di straordinarie aree montane e termali'' (tra cui Kavminvodi, storica meta curativa dai tempi zaristi). Alla realizzazione dei progetti di investimento partecipano le principali banche russe, tra cui Vneshekonombank, Sberbank e Rosselkozbank.
Gia' molte realta' italiane si sono affacciate nel Caucaso: il gruppo Ferruzzi, Laverda (che quest'anno ha venduto la prima trebbia d'importazione al Daghestan), la cooperativa Ceramica di Imola, la Mulmix e la Lucchin. Le aziende che parteciperanno a 'Italy meets Caucasus' avranno la possibilita' di verificare gli sviluppi della loro attivita' tra soli due mesi al X Forum degli investimenti di Soci.
