Reato: aumento del costo della vita. Imputato: l’euro. Giuria: gli italiani. Sentenza: colpevole. Però è una sentenza sbagliata, ci sono le prove. Dal 2002 al 2008 l’inflazione media cumulata nel periodo è stata del 19,36 per cento. Calcolo delle stesse associazioni, Adusbef e Federconsumatori, che lamentano lo “scippo” di 183 miliardi dalle tasche dei lavoratori a reddito fisso a quelle di chi vende merce e servizi. Un quasi venti per cento cui fanno “eccezione” 99 prodotti di largo consumo che nello stesso periodo sono aumentati di molto di più. Il cono gelato del 290%, il tramezzino del 162%, la pizza del 155% per cento, la tazzina di caffè del 104%. Insomma l’euro al massimo faceva il “palo”, la rapina l’hanno fatta quelli che facevano i prezzi.
Non solo: in dodici anni, dal 1996 al 2008, quindi anche e soprattutto negli anni dell’euro, in Europa, nell’Europa dove si paga e si guadagna in euro, l’inflazione media è stata del 27 per cento. In Italia del 32 per cento. Sono prove a discarico dell’euro, precise, circostanziate. Ma, poichè chiamano in causa altri imputati, il commercio, la distribuzione, il lavoro autonomo, non ci sarà nessuna revisione del processo e nessuna modifica della sentenza: euro maledetto e tutti gli altri vittime. E’ falso ma è più comodo.