ROMA – Secondo Stefano Fassina, viceministro Pd per l’Economia, in Italia c’è un'”evasione di sopravvivenza”. ”Senza voler strizzare l’occhio a nessuno senza ambiguità nel contrastare l’evasione ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono molti soggetti a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno”.
Poi Fassina parla della sua idea sull’imposta sulla casa. Idea però bocciata dal pdl Renato Brunetta. Secondo Fassina andrebbe abolita l’Imu all’85% delle famiglie italiane. Secondo lui il 15% degli immobili di lusso garantirebbe comunque 2 miliardi.
Le risorse sono ”limitate” – dice – ma altri 2 miliardi si potrebbero usare per evitare l’aumento Iva, per ridurre le tasse sui redditi più bassi o per rifinanziare la cassa integrazione in deroga.
Iva
”Cancellare l’aumento dell’Iva è, per quanto mi riguarda, una priorità”, ha ricordato Fassina. ”Ritengo che vada confermato e attuato l’impegno alla cancellazione dell’aumento dell’Iva, per ora soltanto posticipato al 1 ottobre” ha detto Fassina, sottolineando che ”in una situazione di sofferenza così acuta” l’aumento ”è un intervento recessivo sul piano economico e aggressivo sul piano sociale”
Manovra
”Non è alla luce nessuna manovra correttiva” a settembre con l’aggiornamento del Def. ”Dobbiamo fare riferimento al saldo strutturale che è in pareggio come da impegni presi a Bruxelles”. ”Dobbiamo costruire una manovra che alloca le risorse in modo più efficiente e utilizzi gli spazi di flessibilità conquistati con l’uscita dalla procedure di infrazione”.
Renato Brunetta boccia l’idea: ”Il viceministro Stefano Fassina insiste, per l’ennesima volta, con la sua tesi sbagliata sull’Imu e dichiara che: ‘si può cancellare l’aumento dell’Iva lasciando l’Imu sul 15% degli immobili di maggior valore perché così si recupera un gettito di due miliardi di euro’. La bugia di Fassina la abbiamo già ascoltata e contestata troppe volte e non meriterebbe risposta, ma non si può lasciar crescere di nuovo confusione e incertezza nelle famiglie e nell’economia. Il calcolo di Fassina – sostiene Brunetta – è semplice e si basa sui dati dei versamenti Imu 2012 del Ministero dell’Economia. A superare la soglia dei 400 euro di versamento per la prima casa sono il 14,86% dei contribuenti. Il valore versato da queste famiglie è pari al 46,32% dei quattro miliardi complessivi di Imu per l’abitazione principale. Ma ricordo a Fassina che l’entità dell’importo versato per l’Imu non ha nulla a che vedere con il valore reale della casa poiché dipende dal valore catastale. Tre miliardi e mezzo di euro, dei quattro complessivi del gettito Imu, sono versati da contribuenti con un reddito lordo inferiore a 55.000 euro. Pagare molto per una prima casa non vuol dire essere ricchi ma solo subire una tassazione ingiusta. Lo dice lo stesso Ministero di Fassina quando scrive che le attuali rendite producono una diffusa iniquità, che con l’Imu è aumentata, e che una valutazione catastale iniqua trasferisce i suoi effetti anche sull’accesso alle prestazioni sociali aumentando la disuguaglianza. La nostra battaglia per l’eliminazione dell’Imu è una battaglia di giustizia e di equità, senza una seria riforma complessiva della tassazione immobiliare qualsiasi modifica all’impianto attuale non può che diminuire la credibilità della politica e del governo. Non ce lo possiamo permettere, per questo invito Fassina a rimboccarsi le maniche a disertare qualche convegno e a presentare una proposta su cui, seriamente, confrontarci”.