Sul Corriere viene esposto il seguente esempio:
Ipotizziamo una persona che a Milano fino a giugno di quest’anno è stato residente in una casa di proprietà con valore catastale 1.000 euro per poi trasferirsi in altra abitazione lasciando temporaneamente vuota la casa precedente e che sia riuscito ad affittarla con un contratto a canone concordato che decorrerà dal primo ottobre prossimo. A giugno non avrà pagato nulla perché viveva ancora in un’abitazione principale; per il saldo, ammesso che il comune di Milano mantenga le aliquote dello scorso anno, e quindi l’1,06% per le case vuote e lo 0,65% per i canoni concordati. Entro il 16 dicembre dovrà pagare 718,20 euro.
Come si arriva a questo risultato? L’imposta dovuta come seconda casa sarebbe di 1781 euro ma deve pagarne solo tre dodicesimi, pari a 445,20 euro mentre il calcolo sul periodo di locazione effettuato sempre computando i 3/12 sul totale dà 273 euro. Lo scorso anno aveva invece pagato in totale 472 euro.