Imu salva conti, ma tasse al 44,8%: effetto Monti, +1,6%. Cresce la spesa

Imu salva conti ma tasse al 44,8%: effetto Monti , +1,6%.

ROMA – L’Imu salva i conti pubblici (meglio deficit e saldo primario) ma la pressione fiscale è giunta a quota 44,8% sul Pil e la spesa pubblica è aumentata: l’Istat ha fotografato il terzo trimestre finanziario, i primi 9 mesi del 2012.  Un punto di vista abbastanza sicuro per un veloce bilancio della gestione contabile dell’esecutivo Monti, anche considerando che a settembre 2011 era ancora in carica la gestione Tremonti del Governo Berlusconi.

Migliora il deficit pubblico: nei primi 9 mesi del 2012 si e’ registrato un rapporto tra indebitamento netto e Pil pari al 3,7%, in miglioramento di 0,5 punti rispetto al corrispondente periodo del 2011. Nel terzo trimestre 2012 il saldo primario, l’indebitamento al netto degli interessi passivi, è risultato positivo e pari a 11.548 milioni di euro. L’incidenza sul Pil è stata del 3,0%, superiore di 1,2 punti percentuali rispetto a quella registrata nel terzo trimestre del 2011. Lo comunica l’Istat.

E’ l’Imu a determinare il miglioramento dei conti pubblici. “Al miglioramento dei saldi di finanza pubblica nei primi 9 mesi del 2012 ha contribuito soprattutto – riferisce l’Istat – l’andamento positivo delle entrate tributarie, trainato dall’Imu”. Contestualmente, vanno registrate le note dolenti, spesa pubblica che non si restringe ma anzi aumenta, pressione fiscale che raggiunge nuovi record.

Sale la pressione fiscale: nei primi 9 mesi del 2012 l’incidenza sul Pil delle entrate totali e’ stata del 44,8%, dal 43,2% del corrispondente periodo del 2011. Lo comunica l’Istat evidenziando soprattutto il ”significativo aumento” della pressione fiscale nel terzo trimestre: 45,7%, rispetto al 43,5% del terzo trimestre 2011. Nei primi 9 mesi del 2012 le uscite totali sono aumentate dell’1,4% e risultano pari al 48,5% del Pil (47,4% nel corrispondente periodo del 2011). Lo comunica l’Istat specificando che nel terzo trimestre 2012 le uscite totali sono aumentate in termini tendenziali dell’1,5% e la loro incidenza rispetto al Pil è del 47,5% (46,1% nel corrispondente trimestre dell’anno precedente).

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Warsamé Dini Casali