Fabrizio Saccomanni ha messo sul tavolo del governo tutte le carte che possono essere giocate. Che sono, appunto, l’aumento degli acconti fiscali di novembre e l’esclusione dell’esenzione dell’Imu dei terreni e beni agricoli. Al ministero dell’Economia l’unica ipotesi che sembra scongiurata sarebbe quella che a crescere possano essere anche gli acconti Irpef dei contribuenti comuni. In questo caso, i cittadini finirebbero per non pagare l’Imu a dicembre, ma si troverebbero quindici giorni prima di fronte a cartelle Irpef più onerose.
Restano quindi gli acconti Ires e Irap. Scrive l’Huffington Post:
Qui la questione è particolarmente complessa. Perché l’imposta sui redditi di impresa era già aumentata dal 100 al 101% con il varo del decreto per congelare l’aumento dell’Iva a fine giugno. All’indomani del via libera al provvedimento, peraltro, il capogruppo Pdl aveva tuonato contro la soluzione trovata parlando di “presa in giro” e dicendosi convinto che il Parlamento avrebbe cambiato il testo in sede di conversione. In piena estate, il Parlamento lasciò le cose esattamente così. Con l’acconto Irpef portato al 100% e quello Ires, e Irap al 101%.