Il giorno della verità sul futuro della Compagnia di San Paolo, primo azionista della superbanca, sarà il 12 maggio, quando il consiglio generale discuterà la fiducia al presidente, Angelo Benessia.
Quel giorno Intesa Sanpaolo avrà al completo la sua squadra di vertice, visto che entro la settimana sarà nominato il nuovo consiglio di gestione e a presiederlo potrebbe essere proprio l’uomo indicato dalla fondazione torinese, Andrea Beltratti.
Il consiglio generale della Compagnia è stato anticipato, rispetto alla data del 19, dallo stesso Benessia, su sollecitazione di undici consiglieri (il numero iniziale era tredici) che hanno chiesto una convocazione urgente per discutere la fiducia al presidente.
Benessia – che ieri, a caldo, aveva respinto al mittente tutte le richieste dei dissenzienti ritenendo che la questione fiducia non fosse prevista dallo statuto – oggi è tornato sui suoi passi: ha anticipato la data e ha inserito nell’ordine del giorno (punti 5 e 6) gli argomenti proposti.
Si tratta della “disamina e valutazione dell’operato del presidente e del comitato di gestione, con particolare, ma non esclusivo riferimento alla questione del rinnovo dei vertici della banca conferitaria”, ma anche delle “determinazioni in ordine alla conferma o meno della fiducia nei confronti del presidente e dei componenti del Comitato di Gestione e l’assunzione immediata di ogni decisione inerente e conseguente”.
Proprio la precisazione che la questione non è solo quella del rinnovo dei vertici della banca dimostra che la nomina di Beltratti non sarebbe risolutiva. Oltretutto uno dei maggiori pasticci – fa notare qualche consigliere – è stato proprio la doppia candidatura di Domenico Siniscalco, che ha poi rinunciato, e dello stesso Beltratti.
A fronte dell’apertura al dialogo di Benessia, quattro consiglieri firmatari del documento – Guido Groppo, Carlo Ossola, Matteo Caroli e Bruno Manghi – hanno precisato in serata che il loro obiettivo è “sollecitare un’aperta discussione critica sulle strategie della Compagnia e sui suoi organi”, e non “quello di interferire nel processo di designazione dei vertici della banca, che deve seguire la strada tracciata”.
Il numero delle adesioni alla fronda contro la gestione di Benessia non sarebbe aumentato nelle ultime ore, ma la tensione resta in tutti i casi alta. Lo dimostra indirettamente anche l’assenza delle due voci critiche alla riunione del comitato di gestione, che ha indicato Roberto Firpo come secondo nome della Compagnia, oltre a quello di Andrea Beltratti, per il consiglio di gestione della banca. Mancavano infatti, ufficialmente per impegni precedenti, il vicepresidente Luca Remmert e Giuseppina De Santis, la prima a porre il problema della verifica della fiducia del consiglio al presidente. Un segnale, anche questo, che la situazione resta complicata.
