Irlanda in crisi, tra “s-bolla” immobiliare e OccupyDameStreet

Enda Kenny, premier irlandese (Foto LaPresse)

DUBLINO – La bolla immobiliare è scoppiata anche in Irlanda. L’isola verde ha visto i prezzi delle case crollare dopo aver toccato, tra il 1996 e il 2006, i prezzi di Londra.

Adesso a Dublino è il momento peggiore per vendere casa, ma il migliore per acquistare e investire. Chi vende lo fa per estrema necessità, come per debiti.

Secondo i dati del Central Statistics Office d’Irlanda pubblicati dal Corriere della Sera i prezzi delle case sono crollati negli ultimi cinque anni del 47 per cento, a Dublino sono al minimo da 12 anni a questa parte.

Un appartamento con due camere da letto in centro città può costare anche da 160 a 200 mila euro, mentre nel 2005 il valore delle case era il doppio.

Negli anni del boom edilizio i permessi per costruire in Irlanda sono lievitati senza tener conto della reale domanda di acquisto. Le banche hanno concesso prestiti in gran quantità alle società edilizie e così è iniziata la crisi.

Secondo Simon Carswell, giornalista economico dell’Irish Times intervistato dal Corriere, “La differenza tra la crisi greca e quella irlandese sta proprio qui. Atene ha avuto per lo più una crisi economica, noi anche una crisi bancaria. In passato gli istituti di credito hanno finanziato tutto il settore immobiliare, ma quando c’è stata la sbolla le banche non hanno retto”.

Per questo motivo i circa 120 dimostranti di OccupyDameStreet stazionano da quasi quattro mesi davanti alla Central Bank of Ireland “Contro le banche e la finanza speculativa”. Dice Liam, un dimostrante di 27 anni: “Non è giusto che i nostri soldi siano usati per pagare i debiti delle banche. Dopo il tracollo finanziario qui in città le case rimaste vuote sono diventate innumerevoli. Noi abbiamo deciso di occupare quelle del Nama (National Asset Management Agency, l’agenzia per la gestione dei beni nazionali, ndr). Perché dobbiamo salvare le banche fallite per colpa degli speculatori immobiliari e lasciamo invece morire centinaia di senzatetto?”.

Ma anche i commercianti della zona la pensano come i ragazzi di OccupyDameStreet. Dice uno di loro, John Fitzgerald, 50 anni, da 24 anni al bancone di un negozio di famiglia che vende penne, inchiostri e agende: “La crisi ha colpito tutti, c’è chi fatica per portarsi a casa lo stipendio e quella di DameStreet rischia solo di essere una ridicola guerra tra poveri”.

 

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Maria Elena Perrero